Come già scritto in un nostro precedente articolo, Ai Weiwei è stato finalmente liberato ed il mondo dell’arte può finalmente tirare un mezzo sospiro di sollievo. Parlo di mezzo sospiro poiché la situazione del coraggioso artista cinese è ancora molto complessa. Weiwei ha infatti parlato brevemente con la stampa internazionale ma le sue poche parole sono state queste: “Vista la situazione in cui mi trovo in questo momento. non posso rilasciare dichiarazioni agli organi di stampa. Per favore cercate di capirmi”.
Eppure il coraggioso artista ci aveva abituato ad interviste-fiume contro l’oscurantismo del regime cinese, è dunque chiaro che nelle sue secche parole si cela la tensione di un uomo che si sente ancora braccato da un governo che di fatto non lo lascia respirare. La polizia cinese ha rilasciato Weiwei per chiudere la bocca alle decine di manifestazioni internazionali a sostegno dell’artista, spuntate come funghi in questi ultimi giorni. Nel frattempo Weiwei non può abbandonare la propria residenza e non può parlare con la stampa. Anche aggiornare il suo status su Twitter rientra nella lista nera stilata dal governo e così i suoi 90.000 followers sono da giorni in attesa di qualche novità. Quello che molti hanno dimenticato di precisare, parlando del caso Ai Weiwei forse non molte testate hanno precisato che assieme al celebre artista erano recluse altri quattro soci del suo studio vale a dire l’architetto Liu Zhenggang, il contabile Hu Mingfen e l’autista Zhang Jinsong (cugino di Weiwei).
I tre collaboratori di Weiwei sono stati liberati in questi ultimi giorni ma il reporter Wen Tao è ancora in cella anche se le speranze per un suo rilascio a breve sono molto alte. Noi speriamo solo che questo assurdo clima da caccia alle streghe innescato dal governo cinese possa finire molto presto. Speriamo anche di vedere Weiwei nuovamente in possesso dei suoi diritti intellettuali ed umani.
Micol Di Veroli