Il 28 giugno 2011, contro mille pronostici e tanti detrattori ma a favore di tutta la comunità delle arti, Occupiamoci di Contemporaneo (collettività aggregata per prendersi cura della cultura e delle arti contemporanee) ha scritto un importante capitolo all’interno della travagliata storia della cultura del nostro paese. Va detto che l’impresa di chi ha animato queste giornate di grande impegno sociale non è certamente passata inosservata, visto che oltre alle testate nazionali anche il New York Times ha parlato dell’intera vicenda, riportando il MACRO sulle pagine di un quotidiano statunitense dopo un lunghissimo periodo di assenza.
Il potere della comunità ha sovvertito quindi l’immobilismo politico e l’insipienza delle parrocchiette della scena dell’arte locale, unendo mondi che difficilmente si sfiorano all’insegna di un bene comune. Occupiamoci di Contemporaneo ha restituito il MACRO alla città di Roma, nel corso di giornate dove si sono succedute molteplici assemblee in cui tutto il popolo creativo ha avuto la possibilità di esprimere il proprio parere e le proprie preoccupazioni circa il futuro del museo ed il futuro dell’arte contemporanea nazionale. In una situazione di totale stallo dove la politica ha di fatto mostrato segni di cedimenti strutturali, artisti, galleristi, studenti, curatori, giornalisti e tanti altri operatori (senza distinzioni di sorta e senza sbandierare il proprio curriculum per guadagnare attenzione) hanno contribuito a creare un dialogo aperto che è confluito nella voglia di costituire un organismo di controllo in grado di interagire con l’amministrazione pubblica negli interessi della comunità creativa. Cesare Pietroiusti, Alfredo Pirri (artisti), Cristiana Perrella, Claudio Libero Pisano (curatori), Fabrizio del Signore, Beatrice Bertini (galleristi), Giovanni Controneo, Ines Musumeci Greco (collezionisti), Flavio Misciattelli, Franco Nucci (fondazioni), Cecilia Casorati, Maria Rosa Sossai (associazioni no profit), Filippo Riniolo insieme, Eleonora Ghezzi (studenti).
Questi i nomi di chi farà parte di questa prima Cellula Democratica di Controllo che dovrà portare le richieste del popolo all’attenzione delle amministrazioni pubbliche, un esempio che non ha alcun precedente e che di fatto apre nuove speranze per il mondo dell’arte di tutta la nazione. Questa prima Cellula sarà sostituita il prossimo ottobre, quando saranno democraticamente eletti nuovi membri con mandato annuale. Tutto questo è stato possibile grazie all’impegno ed al sacrificio di Occupiamoci di Contemporaneo, ora la palla passa a tutti noi: mobilitiamoci, uniamoci, continuiamo a sostenere questo organismo, affinché il destino dell’arte non venga deciso all’interno delle salottini ma innanzi ad un’assemblea comune dove tutti possono parlare.
Micol Di Veroli