Entrare in un prestigioso museo internazionale, ammirare i capolavori in mostra e lasciarsi catturare dalle meraviglie dell’arte. Si tratta di un’esperienza vissuta ogni da milioni di persone, un’esperienza che spesso e volentieri alimenta emozioni e sensazioni fortissime. A volte, come ben sappiamo, la maestosità dell’arte può portare alla Sindrome di Stendhal, patologia battezzata dal celebre scrittore che provoca tachicardia, capogiro, vertigini, confusione e persino allucinazioni in soggetti messi al cospetto di opere d’arte di straordinaria bellezza.
Ma se in pochi al mondo hanno sofferto di questa malattia, quasi tutti i visitatori non restano di certo indifferenti alla visione di un capolavoro d’arte. A riprova di ciò, alcuni studiosi dell’Università di Berna in Svizzera hanno da poco pubblicato i risultati di una ricerca sugli effetti psicologici correlati alla percezione estetica delle opere d’arte all’interno dei musei. Circa 373 visitatori hanno accettato di visitare un Museo svizzero, indossando uno speciale guanto capace di misurare i loro valori fisiologici durante il tour museale. I partecipanti (il 65 percento dei quali erano donne) hanno passato circa 28 minuti all’interno delle sale del Kunstmuseum St.Gallen che ospita circa 76 opera d’arte contemporanea tra cui numerosi dipinti di Claude Monet, Edvard Munch, Andy Warhol e Paul Klee. Il guanto ha misurato costantemente 4 valori fisiologici, ossia: frequenza del battito cardiaco, variabilità del battito cardiaco, livello di conduzione elettrica della pelle e la variabilità del della conduzione elettrica della pelle, questo perché la pelle diviene un miglior conduttore di elettricità quando il soggetto viene sottoposto a stimoli esterni ed interni.
Alla fine del tour i partecipanti hanno compilato un questionario circa le emozioni provate durante la visione di certe opere. Il questionario è stato infine comparato alle reazioni fisiologiche registrate dal guanto. Ebbene, alla fine l’equipe di scienziati guidata dal professor Wolfgang Tschacher ha riscontrato una sostanziale variazione dei livelli fisiologici al cospetto di opere d’arte più emozionanti. Specialmente la variabilità della frequenza cardiaca ha fatto registrare picchi decisamente interessanti. Insomma da domani potrete affermare con certezza clinica che un’opera d’arte vi ha fatto palpitare il cuore.