La seconda parte della stagione artistica 2011 è già ai nastri di partenza, dopo la lunga pausa estiva sono in molti a chiedersi quali saranno le tendenze che traghetteranno l’arte contemporanea verso il 2012. Bene, con un pizzico di ironia possiamo provare a stendere una parziale previsione di ciò che ci aspetta nel prossimo futuro, maneggiate con cura questo oroscopo:
I progetti installativi avranno un dominio assoluto sulla scena, anche chi ha fatto pittura migrerà verso questa pratica. Ovviamente non dimenticatevi di gettar qualche lamiera per terra, pezzi di calcestruzzo, oggetti salvati dalla spazzatura e dulcis in fundo piume di pavone ovunque (ultimamente fanno molto chic). La pittura morirà per l’ennesima volta. Ormai questa tecnica è divenuta un vero e proprio zombie, solo che nessuno è ancora riuscito a sparargli in testa. Se vedete mostre di pittura in giro, prestate molta attenzione o rischierete di venir contagiati e vi verrà subito voglia di dipingere.
La figura del curatore sparirà dalla faccia della terra. Sembra indispensabile ma nessuno ha ancora capito a cosa serve, un poco come i Caschi Blu dell’ONU. Agli artisti non è simpatico, i galleristi non vorrebbero pagarlo, i giornalisti lo tartassano ed il pubblico non capisce i suoi progetti. Praticamente una specie da proteggere, proprio come il panda.
Il postmodernismo ed il pop daranno il loro saluto finale alla scena, salvo poi rinascere sotto forma di centinaia di migliaia di microrganismi unicellulari. Koons e Hirst se la vedranno molto male salvo riprendersi verso la fine dell’anno scopiazzando da Beuys. Il Vaticano renderà noti gli artisti per il suo prossimo ed attesissimo padiglione alla Biennale di Venezia 2013. A sorpresa gli artisti invitati, perlopiù guardie svizzere, saranno di gran lunga superiori a quelli del presente Padiglione Italia.
Partiranno i soliti concorsi a premi dell’arte che saranno vinti dai soliti nomi, qualcuno ha già in mente un premio sulla falsariga di Turista per sempre, con un bel vitalizio in palio per i prossimi venti anni. Almeno nessun artista avrà più bisogno di chiedere inutilmente al proprio gallerista la produzione delle opere.