Alla fine la Tate Modern ha reso pubblico il bilancio della mostra Bodyspacemotionthings di Robert Morris, evento di cui abbiamo ampiamente parlato e che si è tenuto lo scorso maggio ricalcando in tutto e per tutto la stessa mostra che nel 1971 fu costretta a chiudere i battenti a causa di opere interattive giudicate troppo pericolose per l’enorme massa di pubblico dell’epoca.
Dopo quasi 40 anni questo enorme e pericoloso parco giochi artistico non ha perso un minimo del suo potenziale di pericolosità, eppure gli organizzatori avevano assicurato di aver preso tutte le precauzioni del caso e di aver escluso un’opera giudicata non idonea per il pubblico. Alla fine le installazioni costituite da grossi scivoli, percorsi ad ostacoli corde ed altre ripide attrazioni artistiche hanno mietuto ben 23 vittime, ovviamente si tratta di feriti lievi con lesioni guaribili in una sola settimana.
Tra i feriti anche una bimba di due anni trasportata subito in ospedale dopo aver battuto violentemente la testa ed un bambino di 11 anni con un dito schiacciato, mentre un altro di sette si è procurato un profondo taglio alla fronte. Tra la girandola di feriti, Robert Morris ha potuto contare bruciature da attrito, ginocchia sbucciate e spalle lussate. Insomma anche con tutte le precauzioni ed i dispositivi offerti dalla tecnologia del nostro nuovo secolo, gli eventi fortuiti si sono verificati in maniera ancor più violenta di quaranta anni fa.
Per dirla tutta il Tate ha già una certa esperienza di eventi disastrosi legati ad installazioni un poco troppo azzardate, due anni or sono 15 persone in tutto si ferirono mentre stavano ammirando la gigantesca crepa nel suolo, frutto della mente di Doris Salcedo. In quell’occasione una persona intentò causa per essersi rotta una caviglia in maniera piuttosto seria inciampando su Shibboleth, questo il titolo dell’opera. Ma non è finita qui, gli assicuratori del Tate sono ancora alle prese con una causa legale iniziata nel 2006 quando due visitatori si infortunarono sugli scivoli giganti concepiti dall’artista tedesco Carsten Holler.
Tutto sommato con Bodyspacemotionthings la situazione è andata un poco meglio visto il successo che ha fatto registrare tale evento che ha portato alla Tate ben 340.000 visitatori.
Photo Copyright: John Stillwell/PA