“Leggo per legittima difesa.” (Woody Allen)
Ok questi sono quasi affari miei ma praticamente lo cercavo da circa quindici anni. Il romanzo breve di Lorenzo Miglioli, giornalista, scrittore, saggista, autore di scenografie digitali, poco noto ai più.
Miglioli è tuttavia autore di soli 4 romanzi, tra cui RA-DIO, il primo romanzo ipertestuale in italiano e Berlusconi è un retrovirus, romanzo gratuito scaricabile dalla rete, ma sto divagando.
Il libro è del 1993 e mi è stato suggerito pochi anni dopo da altri stravaganti lettori come me: così mi reco in libreria e cerco perfino di ordinarlo, questo avviene non credo più in là del 1997. Tuttavia non ci riesco. Pare che la Synergon sia fallita. Gli scrivo ma nessuna risposta. Molti anni dopo ritrovo lui su un sito, scrivo alla mail che trovo sui contatti per chiedere di avere il libro, ma non ottengo risposta.
Come nel migliore dei romanzi di Edgar Allan Poe la risposta qualche volta è talmente vicina da non essere vista. Quando hai sempre guardato lontano non hai mai abbassato gli occhi. Semplicemente lo trovo disponibile in lettura in biblioteca. Non mi faccio scappare l’occasione, lo ordino e lo divoro proprio in questi giorni.
Letto oggi la successiva ondata di Gioventù Cannibale mi pare piccola cosa, completamente superata. Normalmente gli italiani mi annoiano e penso seriamente che i migliori romanzi italiani recenti siano le traduzioni in italiano dei romanzi americani. Non saprei nemmeno dire, a onor del vero, se sono traduzioni ben fatte ma è talmente imbarazzante il nostro livello attuale che va bene tutto.
Così devo ammettere che in biblioteca ho avuto di nuovo momenti di felicità. Mi rimanda un pò agli anni 90, a Ballard, a certo Burroughs, alle scritture più sperimentali di Sclavi, a Tre per intenderci (ma questo è probabilmente un accostamento solo mio, non credo sia un referente diretto).
E mi fa gustare il senso della cattiveria. Un killer che mescola nazismo e zen, vuoto e omologazione, che si “sveglia” nella Hitler Warhol Experience: nella biografia dei due profeti dell’epoca dell’omologazione e dell’insicurezza, condito dalla violenza psichedelica e atmosferica della chitarra di Hendrix.
Il killer profeta che narra in prima persona prende alla lettera i due e prende alla lettera il linguaggio: essi non sono che l’estinzione, ovvero l’es-tinzione, tingere l’es, trasformare in se stesso, in quella striscia non cosciente di se tra l’io e il non-io, tutto il mondo.
Io lettore: il vuoto e la parola mi si attorcigliano. Il cyborg si crea dal mio nulla e dalla cancellazione, proprio come dalla trasformazione naturale non divina del mondo in una macchina perfetta. Il mio stesso pensare controlla gli errori possibili ma inibisce la perfezione.
Ogni giorno ogni sera poi accade che sono le sette e devo lasciare la biblioteca: il mondo fuori è adesso molto marcato, pieno e ripieno della parola che si attorciglia. Passo davanti ad una libreria… tiro dritto.