CINEMACRISI al Madre

di Redazione Commenta

Nei momenti di grave crisi le forme di rappresentazione più significative e popolari, e tra esse il cinema, hanno elaborato opere sintomatiche. Il crollo della Borsa di New York nel 1929 (evento spesso accostato alla situazione attuale) e la “Grande Depressione” fecero conquistare allo spettacolo cinematografico un enorme spazio e una rilevanza, anche politico-ideologica, prima sconosciuta. I gravi disagi e le peripezie di una popolazione violentemente segnata dalla mancanza di occupazione e da una perdita generalizzata del potere d’acquisto, portarono Hollywood a far sua la politica del New Deal, proponendo al pubblico americano opere basate sui valori dell’ideologia rooseveltiana.

I nuovi ideali, che la nazione elesse come salvifici, trovarono nel cinema una cassa di risonanza in perfetta sintonia con le scelte del potere democratico: da un lato le crude descrizioni di John Ford (che con “Furore” diresse uno dei film più progressisti mai fatti a Hollywood, in linea con le ideologie del New Deal) dall’altro le commedie di Frank Capra nelle quali l’ideologia dell’ottimismo rooseveltiano amplificava le proprie suggestioni. La crisi economica attuale, che investe il mondo globalizzato, vede il cinema in posizione non più egemonica e dominante, ma solo come uno dei molteplici mezzi di comunicazione, non certo quello in grado di influenzare le risposte sociali. In ogni caso, il cinema denuncia da tempo i sintomi di un malessere che si è rivelato in tutto il suo potere destabilizzante. In Wall Street (1987), il protagonista, Gordon Gekko, dichiarava: «L’avidità è giusta, l’avidità funziona, l’avidità chiarifica, penetra e cattura l’essenza dello spirito evolutivo. L’avidità in tutte le sue forme: di vita, di amore, di sapere, di denaro, ha improntato lo slancio in avanti di tutta l’umanità…».

Chi ha meglio descritto la crisi dei nostri giorni è sicuramente Ken Loach (al quale dedichiamo una breve “personale”), che affronta la crisi thatcheriana degli anni ’80 con Riff Raff (1990), The Navigators (2001), Sweet Sixteen (2002), Carla’s Song (1996) con toni ironici, ma con drammaturgia realistico-drammatica. Nel cinema francese i fratelli Jean-Pierre e Luc Dardenne rappresentano il vertice del realismo contemporaneo, attraverso il quale hanno saputo registrare i risvolti delle nuove povertà nell’era della globalizzazione, come è avvenuto con L’enfant (Palma d’oro a Cannes 2005). Nell’ambito del registro surreale si muove, invece, la coppia Gustave de Kervern e Benoît Delépine che hanno realizzato Mammuth (2010), film di rara potenza espressiva sulle ingiustizie e le incertezze sociali.

La rassegna che propone il Museo Madre di Napoli dal 15 gennaio al 29 aprile (ogni domenica alle 18:30) comprende un omaggio al cinema italiano, presente con due film “grotteschi” interpretati da uno straordinario Giancarlo GianniniMimì Metallurgico ferito nell’onore (1972) sull’integrazione di un siciliano nella grande fabbrica del Nord e Mi manda Picone (1983) sulle disavventure di un finto operaio dell’Italsider all’inizio della sua “dismissione” – e con il capolavoro di Ermanno Olmi, Il posto (1961), la storia di un ragazzo al primo impiego, nella Milano degli anni ’60, in un’Italia in trasformazione da civiltà rurale a nuova realtà industriale.

PROGRAMMA

Domenica 15 gennaio
Furore (The Grapes of Wrath) di John Ford. Con Henry Fonda, John Carradine, Jane Darwell, Charley Grapewin, Doris Dowdon, Mae Marsh. 129 min. – USA 1940

Domenica 22 gennaio
Arriva John Doe (Meet John Doe) di Frank Capra. Con Gary Cooper, Edward Arnold, Barbara Stanwyck, Walter Brennan, James Gleason. 132 min. – USA 1941

Domenica 29 gennaio
Wall Street di Oliver Stone. Con Charlie Sheen, Michael Douglas, Martin Sheen, Daryl Hannah. 121′ min.- USA 1987

Domenica 5 febbraio
Riff Raff di Ken Loach. Con Robert Carlye, Emer McCourt, Jimmy Coleman. 94 min. – Gran Bretagna 1991

Domenica 12 febbraio
The Navigators (Paul, Mick e gli altri) di Ken Loach. Con Joe Duttine, Tom Craig, Venn Tracey. 96 min. – Gran Bretagna, Germania, Spagna 2001

Domenica 19 febbraio
Sweet Sixteen di Ken Loach. Con Michelle Abercrombie, Martin Compston, William Ruane, Annmarie Fulton. 120 min. – Gran Bretagna 2002

Domenica 26 febbraio
Carla’s Song (La canzone di Carla) di Ken Loach. Con Scott Glenn, Robert Carlyle, Oyanka Cabezas, Gary Lewis. 127 min. – Gran Bretagna 1996

Domenica 4 marzo
L’enfant di Jean-Pierre e Luc Dardenne. Con Jérémie Renier, Olivier Gourmet, Déborah François. 95 min. – Francia (Palma d’oro a Cannes 2005).

Domenica 11 marzo
Lamerica di Gianni Amelio. Con Michele Placido, Enrico Lo Verso, Elida Janushi. 125 min. – Italia 1994

Domenica 18 marzo
Mimì Metallurgico ferito nell’onore di Lina Wertmüller. Con Giancarlo Giannini, Mariangela Melato, Luigi Diberti, Turi Ferro. 121 min. – Italia 1972

Domenica 25 marzo
Il posto di Ermanno Olmi. Con Sandro Panzeri, Loredana Detto, Tullio Kezich, Sandro Panseri, Mara Revel. 93 min. – Italia 1961

Domenica 1 aprile
Mi manda Picone di Nanni Loy. Con Giancarlo Giannini, Carlo Croccolo, Leo Gullotta, Lina Sastri, Nicola Di Pinto. 120 min. – Italia 1983

Domenica 8 aprile
Der Räuber (Il rapinatore) di Benjamin Heisenberg. Con Andreas Lust, Franziska Weisz. 96 Min. Austria, Germania 2010 – in concorso al 60° Festival di Berlino (2010)

Domenica 15 aprile
Mammuth di Benoît Delépine, Gustave de Kervern. Con Gérard Depardieu, Yolande Moreau, Isabelle Adjani, Benoît Poelvoorde, Blutch. 92 min. – Francia 2010

Domenica 22 aprile
Cristiana F. – Noi i ragazzi dello zoo di Berlino (Christiane F. wir Kinder von Bahnhof Zoo) di Ulrich Edel. Con Natja Brunckhorst, Thomas Haustein, Jens Kuphal, David Bowie, Rainer Woelk. 124 min. – Germania 1981

Domenica 29 aprile
La terra dell’abbondanza (Land of plenty) di Wim Wenders. Con Michelle Williams, John Diehl, Richard Edson, Yuri Elvin, Burt Young, Bernard White, Shaun Toub. 114 min. – USA 2004

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