La Galleria Tiziana Di Caro è orgogliosa di ospitare We saw nothing but the uniform blue of the Sky, seconda mostra personale nei suoi spazi di Damir Ocko (Zagabria, 1977), che inaugura venerdì 2 marzo 2012 dalle ore 19.00. La mostra è incentrata sull’ultimo video di Ocko, We saw nothing but the uniform blue of the Sky (Non vedemmo nulla, eccetto il blu uniforme del cielo), che è stato realizzato nel 2012 a Dublino, in occasione della Paths Crossing production and research residency sovvenzionata da Temple Bar Gallery + Studios.
“Guardavano i calamari. Non guardavano niente altro. Non videro nulla, non guardarono nulla. Non sapevano come guardare”. (da un servizio della CBS in cui gli “Zingari del mare” spiegarono come riuscirono a sopravvivere allo tsunami del 2004, a differenza dei barcaioli birmani). L’uomo che legge è fortemente affetto da una disfunzione nel parlare: la balbuzie, che fa sì che legga compiendo un incredibile sforzo. Questo sforzo di pronuncia di parole e frasi (ripetute in modo estenuante per settimane) non solo diventa la principale cornice concettuale ed estetica dell’intero video, ma enfatizza anche l’aspetto acustico delle parole, oltre che il loro significato: il peso poetico e politico della vocalizzazione della parola.
In più, il film è diviso in due sezioni separate: scene in bianco e nero che seguono diversi personaggi ed eventi apparentemente non collegati tra loro su una spiaggia, come cani che giocano, persone che camminano e altre che praticano il kitesurf; mentre le scene “gialle” (risultato dell’uso delle luci al sodio bassa pressione al posto dei comuni fari da scena) descrivono l’interazione più astratta di tre metodi di segnalazione: luce, fumo e suoni. Le scene “gialle” richiamano l’aspetto visivo ed acustico delle sirene, precisamente composto per strumenti a fiato (suonati soffiando in maniera forte e costante piuttosto che producendo suoni chiari) ed elettronici, riflettendo le strutture e i testi dello “sforzo” vocale.
Il video We saw nothing but the uniform blue of the Sky concorre al T-HT Award, premio bandito dal Museum of Contemporary Art di Zagabria.