Avete presente i QR codes? Stiamo parlando di quegli strambi quadrati pixelosi nerie e bianche, che negli ultimi tempi sono comparsi su molti prodotti di consumo al posto del caro e vecchio codice a barre. I QR codes sono stati sviluppati nel lontano 1994 dalla compagnia giapponese Denso Wave con l’obiettivo di tracciare i ricambi automobilistici nelle fabbriche della Toyota. Il QR code si è poi largamente diffuso anche in altri settori merceologici grazie alla sua capacità di immagazzinare molte più informazioni del suo “cugino” codice a Barre.
Oggi i QR codes sono il trend del momento e possono essere letti anche dai comuni telefoni cellulari o smartphones che dir si voglia. Questa “multimedialità” ed “interattività” ha finito con lo stuzzicare le fantasie dei protagonisti dell’arte contemporanea.
Recentemente la Dorsch Gallery di Los Angeles ha organizzato la mostra personale di Kyle Trowbridge. L’artista per tutta risposta ha presentato delle grandi opere raffiguranti proprio il nostro amato QR code. I dipinti, se scansiti con la fotocamera del cellulare, reindirizzano l’utente verso pagine web con frasi del tipo : “Un’immagine vale 1000 kilobytes” oppure “non mi è mai piaciuto il prezzo da pagare per la libertà”.
Dalle parti di Brooklyn invece, alla Microscope Gallery, il duo DataSpaceTime (formato da Ray Sweeten e Lisa Gwilliam) ha esposto dei grandi ritratti fatti interamente con i QR codes, quello che vedete in foto raffigura l’ex leader libico Muammar Gheddafi. Effettuando una scansione di un singolo QR code con la fotocamera del cellulare, l’utente veniva traghettato verso un video su youtube avente come protagonista sempre il nostro Gheddafi.
La febbre creativa legata al QR code è talmente alta che ha persino contagiato lo scoppiettante mondo della street art. la software house F.A.T. Labs ha infatti sviluppato uno speciale software che permette di creare stencil da riutilizzare in seguito nei vostri “assalti” urbani. I codici possono essere personalizzati in modo da “dirottare” l’utente verso la pagina web che si desidera.
Maurizio Prenna 20 Novembre 2019 il 20:14
….In perfetta sintonia con Dorsch Gallery di Los angeles e Microscope Gallery di New York
FALLOFORIA
In mostra opere di Maurizio Prenna
23 ottobre – 22 novembre 2019
inaugurazione mercoledì 23 ottobre ore 18.00
Via San Martino ai Monti, 47 – Roma
Open studio in occasione della RAW (Rome Art Week)
Attenzione! Non è come sembra.
Spesso rimaniamo sorpresi da un cambio di prospettiva, ovvero quando nuovi punti di vista contraddicono le nostre convinzioni. Va in crisi il modo di percepire la realtà, affiorano le nostre insicurezze e le nostre certezze vacillano. Improvvisamente tutto ci appare sotto una luce strana e soprattutto veniamo catapultati in nuove visioni che creano una sensazione di disagio mettendo in discussione tutti i nostri precedenti equilibri.
Se le “trasformazioni” attengono a piccole cose, riusciamo a metabolizzare facilmente la nuova realtà ma se tutto ciò riguarda cose più importanti come la condizione esistenziale, i principi culturali o perfino le relazioni interpersonali, allora cambiano i paradigmi e la percezione diventa più difficile …quindi “so’ cazzi”.
Queste sono le osservazioni e gli spunti di riflessione che ci propone Maurizio Prenna con il suo ultimo lavoro ”Falloforia*”, un modo originale di creare opere, utilizzando un linguaggio, della tecnologia digitale: il QR Code (QR sta per Quick Response ovvero risposta rapida), applicazione facilmente scaricabile sullo smartphone.
Creato per vari usi, la sua funzione è quella di accedere velocemente ad un notevole quantità di dati.
Paradossalmente nel caso di “Falloforia”, invece, lo scopo è quello di nascondere le informazioni e nello specifico una immagine artistica come fosse conservata in uno scrigno segreto perché troppo personale o intima. Si tratta di gouaches che riproducono falli realizzati dall’artista con prorompente ironia.
Il ”nascondere” è certamente la paura di affrontare a viso aperto il mondo circostante e le conseguenti paure e tabù ma è anche la metafora di una realtà diversa che spesso una fruizione superficiale ci restituisce in maniera parziale o in alcuni casi ci nasconde.
La chiave che tiene chiuso il contenuto è lo stesso QRCode che blocca la visione con i suoi colori vivaci, la geometria e un dinamismo compositivo che fanno sembrare l’opera finita nel perimetro del quadro.
*Nel mondo greco classico, le falloforie, dette anche fallagogie, erano processioni solenni in onore di Priapo e Dioniso nelle quali si trasportavano enormi falli di legno, accompagnando il corteo con canti tipici. In Italia e nei territori dominati dai Romani, le processioni con il fallo terminavano con una pioggia di acqua mista a miele e succo d’uva, indirizzata verso i campi, che rappresentava l’eiaculazione del seme origine della vita e quindi propiziava l’abbondanza del raccolto.