Leggevo proprio oggi su Repubblica un articolo sulla truffa dei finti casting. Si tratta di un giro da milioni di euro l’anno che incastra puntualmente 100 ragazzi i quali vorrebbero sfondare nel mondo dello spettacolo. Il trucco è semplice, le agenzie di casting si fanno pagare qualche migliaio di euro per iscrivere i giovani nelle loro liste e produrre un book fotografico.
Poi, promesse a parte, non succede un bel niente. L’italiano si sa è sognatore ed ha le sue manie di protagonismo, tutti vorrebbero essere divi del cinema o star della televisione, far leva su questi sogni da poveri illusi è un gioco da ragazzi. Esistono poi centinaia di case editrici che promettono di farvi diventare i nuovi Dan Brown o Stephen King e voi che da tanti anni avete un libro chiuso nel cassetto non vedete l’ora di farvelo pubblicare. 1000 copie del vostro libro vi costeranno 5000 euro ma la soddisfazione di vedere il vostro parto letterario finalmente stampato non ha prezzo. Ecco quindi che dopo una finta presentazione del libro (pagata sempre da voi) vi ritroverete la casa piena di copie da smerciare a parenti ed affini. La casa editrice-capestro intanto se la ride e passa ad un altro pollo da spennare.
Veniamo quindi al mondo dell’arte contemporanea, dove le possibilità di trovare il grullo sono veramente molte. Ci sono i magazine con gli articoli “critici” a pagamento, peccato però che tali riviste non le distribuisce nessuno. Che dire poi delle famigerate gallerie a pagamento, basta sborsar soldi per l’affitto e lo spazio è tutto vostro. Ma se volete proprio spender fior di quattrini per sfamare il vostro ego d’artista potete scegliere altre forme di “fama a pagamento” come concorsi inesistenti, fiere, televendite e persino musei, già anche gli spazi pubblici sono disposti a concedervi i loro servigi in cambio di una lauta mancia. Alla fine della vostra avventura vi ritroverete con il portafoglio più leggero e la vostra fama non sarà più grande di come era prima. Illustri sconosciuti con mostre all’attivo ma ricordatevi che ha guadagnarci sono solo i soliti sfruttatori di sogni.
Micol Di Veroli