La battaglia legale che ha visto come protagonisti il fotografo Patrick Cariou e l’artista Richard Prince, colpevole di avergli soffiato alcune immagini della serie Canal Zone, ha tenuto banco per tutta la durata dello scorso anno. Anzi a dirla tutta la quaestio è divenuta un vero e proprio caso di studio, tanto che negli ultimi giorni la New York Law School ha organizzato una lecture di tre ore sul copyright infringiment, vale a dire sulla violazione delle leggi sul copyright.
Tra i vari punti trattati si è parlato di quando e come è possibile definire l’appropriazione indebita di opere protette dalle leggi sui diritti d’autore. La cosa è in realtà abbastanza facile in certi casi, anche perché prendendo ad esempio le foto di Richard Prince era assai semplice notare la palesemente scopiazzatura. Ma anche il nostro Shepard Fairey si è impegnato alla grande con il suo Hope poster per la campagna presidenziale del presidente Obama. In quel frangente lo street artists più falso del mondo aveva preso in prestito una foto dell’Associated Press. Inutile aggiungere che sia Prince che Fairey hanno definitivamente perso le loro battaglie legali, rimediando multe e figuracce a non finire. Del resto acquisire immagini dal web o da qualsiasi altra fonte e modificarle a proprio piacimento è una pratica assai diffusa al giorno d’oggi. Di fatto essa ha assunto anche una terminologia ben precisa: Remix, già proprio il termine preso in prestito dal mondo della musica si presta egregiamente alla bisogna.
Remixare le opere d’arte sembra essere divenuta l’unica metodologia creativa possibile. Fino a poco tempo or sono qualcuno si chiedeva quale sarebbe stata la corrente artistica degli anni ’10. Ebbene creare è roba superata, ormai si remixa, si rubacchia di qua e di là, cambiando le immagini a proprio piacimento. Sono lontani i tempi in cui i maestri dell’arte spendevano tutto il loro tempo su veri e propri capolavori. Oggi si remixa, almeno fino a quando un giudice lo permette.