Nella mostra Una storia strettamente personale a Karlin Studios a Praga, Maddalena Mauri, rappresenta la relazione che ha con la sua visione del passaggio, di cui fa circolare il suo presente è il suo immaginario, quasi come certi poeti dell’ottocento che videro attraverso i loro occhi, popolarsi un intero paesaggio, è un intero paesaggio poi svanire.
Riunisce la materia, terre colorate impastate, spennellate; le convoca sulle pareti fino a farle lievitare. Non allestisce una mostra con quadri, sfida i materiali; è la duttilità del segno che parla, del gesto, che avvolgerà, che stratificherà. Una storia strettamente personale, si snoda così sui muri attraverso una reazione alcune volte gioiosa, altre volte sofferta, perché nei suoi paesaggi c’è la malinconia, la goia, l’amore, la passione. Come un diario è spesso fiduciosa ma anche drammatica e movimentata, come far scorrere per un attimo una tenda e scoprire una luce, un’ombra, un alba, un crepuscolo.
Il suo intervento non è ambientazione, “environment”, perchè l’obiettivo è cogliere un’esigenza di fondo, misurarsi con lo spazio.
Il luogo attraversato ed esplorato si carica di ulteriori significati simbolici che oltrepassano il confine geografico e culturale d’appartenenza, siano essi una pomeriggio nell’alto Lazio, la Maremma, la Tuscia, il territorio dove vive o il tramonto di Praga, luogo dove compierà l’azione.
Bisognerà saper leggere sotto la polvere, dove il materiale subisce e passa per un’operazione, utilizzando la sua trasformazione per creare una visione. Un viaggio questo, che ha un inizio, che esplora le strade che già c’erano e ne inventa altre, come tutte le storie personali, quelle che arrivano con il vento, come se rimanessero trattenute nella Fase REM, (detta anche sonno paradosso o sonno paradossale).
E qui arriviamo al nodo, Maddalena ci sottolinea con questa azione performativa la temporalità dei momenti, la vera fragilità che ha la vita, che hanno le cose.
Il risultato sarà materia la cui immagine primaria sarà sostituita dal tempo per un’altra, rimarrà l’ombra di un paesaggio, che poi sparirà, con un soffio, quasi fossi una mutazione alchemica.