Phil Frost, già presente sulla copertina del numero 66 di Juxtapoz, magazine-bibbia dell’arte lowbrow (ed inventore di questo termine) esporrà dal 4 aprile al 2 maggio alla Jonathan LeVine Gallery di New York in una mostra personale intitolata Paperweight.
In occasione della mostra, Frost ha creato una serie di dipinti e disegni originali su carta. Per i suoi lavori l’artista ha utilizzato una vasta varietà di media come l’inchiostro, la vernice spray ed i colori ad olio. Frost è largamente conosciuto per le sue elaborate installazioni pittoriche che includono l’uso di oggetti trovati in strada come mazze da baseball, finestre e vecchie porte sulle quali interviene a mano libera con ampie stesure di bianco applicate con del comune liquido correttivo o bianchetto che dir si voglia.
Lo stile dell’artista oscilla tra il design contemporaneo, il primitivismo e l’astrazione. Gli elementi in bianco appaiono spesso a formare un linguaggio simbolico ben codificato composto da lettere, cuori e facce che somigliano a maschere, reminescenze di un’arte indigena o tribale. Questi simboli che l’artista chiama distinzioni glifiche sono posti in primo piano rispetto ai fondali marcati da pesanti textures. L’effetto globale è una velatura dello spazio pittorico negativo come ad opera di un sottile tessuto di verità e fede personale che copre la decadenza dell’umanità, un concetto di profonda spiritualità panteistica che l’artista esprime attraverso il suo variegato immaginario. Roberta Smith, corrispondente del New York Times descrive così l’opera di Frost:
” I dipinti e le installazioni simili ad altari di Phil Frost sono frutto di una fusione estrema tra i graffiti, l’arte moderna e le pattern tribali, il risultato che ne consegue è una sperimentazione artistica esuberante, vivace e fiera”
I lavori di Phil Frost sono inclusi nelle più blasonate collezioni d’arte pubbliche e private di tutto il mondo. Frost ha esposto nelle maggiori gallerie degli Stati Uniti, Europa e Asia e in strutture museali come l’Aldrich Museum, il Queens Museum of Art, il Contemporary Art Center di Cincinnati e il Pennsylvania Academy of the Fine Arts di Philadelphia.
Photo copyright di Phil Frost