La Gran Bretagna punta sui giovani per la Biennale d’Architettura di Venezia
Per la prima volta nella storia una nazione non porterà un’archistar al padiglione nazionale della 13esima Biennale d’Architettura di Venezia che si aprirà la prossima settimana. Stiamo parlando del Regno Unito, che ha scelto di presentare il progetto Venice Takeaway: Ideas to Change British Architecture, un vero e proprio think tank a cui parteciperanno 10 giovani team di architettura. I team condivideranno con il pubblico altrettanti progetti di ricerca compiuti in giro per il mondo, dall’Argentina al Giappone e dal Brasile agli Stati Uniti. Fin dall’inizio l’obiettivo di Venice Takeaway è stato quello di far moltiplicare il pensiero piuttosto che costruire una struttura magniloquente. I team di architettura di aberrant architecture, Ross Anderson and Anna Gibb, Darryl Chen, dRMM, Forum for Alternative Belfast, Public Works, Urban Projects Bureau, Owen Pritchard, Elias Redstone, Liam Ross and Tolulope Onabolu, Smout Allen and BLDGBLOG, e Takero Shimazaki / Toh Shimazaki Architecture hanno risposto alla open call proposta del British Council ed hanno esposto il loro progetto, non un edificio ma una proposta di sperimentazione. Alle Olimpiadi la Gran Bretagna ha scelto di puntare sui giovani, anche se sconosciuti. Questo meccanismo si sta diffondendo anche al mondo della creatività con risultati più che soddisfacenti. Dalle nostre parti invece ci si affida ai vari Olivetti e Pistoletto, sperando che il passato riesca a far leva sul futuro. Se non si guarda a quello che fanno giovani però, sarà difficile scovare qualcosa di veramente innovativo.