Forse è stata la migliore di tutti i tempi, forse la peggiore ma la terza Moscow Biennale ( che rimarrà aperta fino al prossimo 25 ottobre ) ha sicuramente impressionato il suo pubblico offrendo uno spettacolo senza precedenti e nuove idee sul fronte creativo. Certamente non tutto è andato per il verso giusto, alcuni progetti si sono persi nella nebbia come ad esempio quello di Anthony Gormley che doveva installare alcune sculture nel centro di Mosca e che non ha potuto portare a termine il suo progetto per noie burocratiche.
Anche l’artista francese Bertrand Lavier ha perso il suo spazio al Museo Dell’Architettura per alcuni litigi con il direttore della struttura. Infine una retrospettiva sull’Arte Povera intitolata Capitalism as Religion non è stata più organizzata a causa della mancanza di fondi ( crisi finanziaria docet ). Eppure di cose belle se ne sono viste specialmente al Garage Center for Contemporary Culture di Dasha Zhukova, dove la mostra principale dal titolo Against Exclusion ha presentato una grande summa dell’arte contemporanea proveniente da 25 paesi diversi con oltre 80 artisti partecipanti, coinvolgendo nomi affermati come Anish Kapoor e Wim Delvoye assieme a giovani artisti e promesse dell’est e dell’Africa. Notevoli anche gli artisti russi, primo fra tutti Dmitry Gutov che ha ricreato una composizione suprematista di Kazimir Malevich, piazzando un’installazione fatta di ferro arrugginito sul soffitto.
Tra gli eventi collaterali svetta quello di Luc Tuymans al Baibakov Art Projects. L’artista belga ha presentato alcune opere della serie Against The Day, dipinti eterei e sfuggenti che sembrano il fermo immagine traballante offerto da un videoregistratore mentale. Bello ed intrigante anche il piccolo evento Generation Z curato da Andrey Smirnov e Christina Steinbrecher all’Investment in Art Club che ha riproposto gli esperimenti musicali dell’avanguardia russa. Molti eventi però sono stati cancellati per mancanza di fondi. In tutto ciò sembra che l’arte contemporanea russa stia traendo benefici dalla crisi economica, puntando sulla riflessione e non sullo spettacolo.
Photo Copyright: Alexei Kostroma