Continuiamo a pubblicare i progetti presentati dai magnifici 7 curatori al ministro per i Beni e le attività culturali Lorenzo Ornaghi che ha poi scelto quello di Bartolomeo Pietromarchi. Ecco quello di Beatrice Merz:
E l’opera diventa cronaca giornalistica
L’arte — che in generale sta vivendo e si sta adattando a un cambiamento di approccio verso l’informazione — è scandita da tempi sempre più stretti. Il momento della riflessione deve essere raggiunto con velocità. Questo approccio sembra che dia adito all’arte italiana di affrontare se stessa in termini quasi «giornalistici» come se l’opera fosse la «cronaca» di un evento piuttosto che una riflessione sulla materia dell’oggetto o del quadro. Ma nella realtà l’arte non ha cambiato atteggiamento rispetto all’attualità ed è sempre stata antenna dei cambiamenti storici e culturali. In alcuni casi, forse nei maggiori esempi, e nel lungo corso della propria storia, l’arte ha saputo cogliere i segni dei tempi, spesso assumendo ruoli inascoltati dai toni quasi profetici, lucidi e analitici. Ancora di più quella italiana, specchio di importanti aspetti del nostro Paese. Un Paese con una storia politica e una geografia intricate, circondato dall’acqua, rapito dall’antichità e direi costretto in certo modo all’elaborazione della memoria, crocevia di culture e di popoli. Tutti elementi per comunicazioni estreme, luoghi di riflessione introspettiva, situazioni di convivenza, di scontro, di ammirazione o d’inquietudine: l’Italia che fa sognare il mondo o il mondo che fa sognare l’Italia (sopra: Anna Maria Maiolino, Entrevidas, 1981-2010, installazione al Castello di Rivoli). Situazioni complesse come le migrazioni e i flussi culturali sviluppano anche nuovi approcci estetici e l’arte italiana con la sua forte flessibilità riesce a raccoglierne i dati e gli input svelando in tal modo le molteplici anime della denuncia, della «domanda» e della proposta. La sensibilità dell’artista italiano, con la sua stratificazione culturale, per così dire appiana le difficoltà interpretative riproponendole attraverso i propri linguaggi, incidendo in maniera indelebile la memoria e la complessa sfaccettatura delle cose. Ogni artista, non marciando su un binario a senso unico ma semmai su una fitta rete di domande e di risposte, mette in scena situazioni di forte impatto e di evidente forza simbolica, tesa su un arco sostenuto di ritmo narrativo nel legare attualità e memoria. Da qualsiasi parte si prenda l’arte italiana affronta temi forti che fanno parte del nostro quotidiano, compresa la bellezza.
Beatrice Merz