Giovedì 26 settembre 2019 è stata inaugurata a Roma una mostra che vede per la prima volta riunite in Italia le opere di Francis Bacon, di Lucian Freud e di molti altri nomi della Scuola di Londra: Frank Auerbach, Leon Kossoff, Paula Rego e Michael Andrews.
Al Chiostro del Bramante si rivivono le atmosfere della Londra dei primi anni del Novecento e del Dopoguerra, si esplora l’anima di una città ancora ferita dal più doloroso e distruttivo dei conflitti della storia europea, attraversata però da nuove energie, fertile terreno per grandi rivoluzioni artistiche, culturali e sociali. La mostra, visitabile fino al febbraio del 2020 è a cura di Elena Crippa, Curator of Modern and Conteporary British Art, Tate e organizzata con la collaborazione della Tate di Londra.
La pittura in esposizione racconta l’inquietudine, le ferite del tessuto urbano e della mente, storie di immigrazione e di povertà, ma anche un fortissimo desiderio di voltare pagina, di ricerca interiore e di riscatto sociale. Già a partire dai primi anni del Novecento Londra era diventata il cuore pulsante di una vivacità tutta nuova, sovvertitrice e rivoluzionaria, che attirava giovani da ogni parte del mondo. Con l’avvento della Seconda Guerra Mondiale tanti decidono di trasferirsi nella capitale britannica, soprattutto coloro che sono costretti a fuggire dalle sempre più violente persecuzioni che imperversano nell’Europa continentale. È il caso dei tedeschi Lucian Freud e di Frank Auerbach, o di Leon Kossoff nato a Londra da genitori ebrei russi. In quel periodo si incontrano per le strade di Londra anche la portoghese Paula Rego e Michael Andrews, allievo di Lucian Freud.
Uno dei personaggi chiave della scena è Francis Bacon, nato in Irlanda, a Dublino nel 1909. Il pittore vanta nobili natali, è discendente dell’omonimo Francis Bacon, illustre filosofo di fine Cinquecento noto in Italia come Francesco Bacone. Riceve un’educazione molto rigida di stampo militare e alto-borghese. Giovane timido e goffo, soffre di un’asma cronico che lo tiene lontano dalla caccia, dalle corse dei cavalli, soffre di dolori lancinanti per i quali gli viene spesso somministrata della morfina. Non riesce a frequentare regolarmente gli studi. Francis Bacon sembra tradire tutte le altissime aspettative che la sua famiglia aveva riposto su di lui e, non da ultimo, dichiara apertamente di essere omosessuale in un paese in cui all’epoca la cosa rappresentava un crimine.
La vita in Irlanda era diventata per lui insostenibile e così nel 1926 si trasferisce a Londra, scoprendo un mondo nuovo, libero e stimolante. Lavora come stenografo, come commesso, come cuoco e porta avanti la sua formazione culturale da autodidatta, divorando molti libri di letteratura e di filosofia, prediligendo in particolare l’opera di Friedrich Nietzsche. L’anno seguente si trasferisce a Parigi, vuole imparare il francese e nell’estate del 1927 assiste ad una mostra di Picasso tenuta nella Galleria Paul Rosenberg. Francis Bacon ne rimane folgorato, capisce che il suo destino è quello di disegnare e dipingere. Inizia così ad investire tutte le sue migliori energie in questo senso. Studierà non solo tecniche pittoriche, ma la carnalità in tutte le sue accezioni, tanto da passare intere giornate ad osservare carcasse nelle macellerie. La carne diventerà il filo rosso della sua opera disperata, scomposta e lacerante.
Diventa interior-designer, viaggia molto, si sposta in Germania, poi torna a Londra, affittando lo studio che un tempo apparteneva a John Everett Millais. Nel corso degli anni la sua vita è continuamente scossa da vari tormenti, ma non è mai solo. Tra alti e bassi, arriva la fama, il suo nome inizia ad affermarsi, tanto da venir riconosciuto come uno dei più grandi pittori inglesi viventi. Non vive più nei sobborghi, la sua presenza diventa richiestissima nei luoghi più esclusivi. Nel 1962, Francis Bacon è a Monaco di Montecarlo, il principato europeo del lusso, dove il gioco incontra le automobili sportive e il glamour. Bacon ha molto successo alla roulette, passa lunghe serate in compagnia dei suoi vecchi amici e fa molte nuove conoscenze. Gli avventori del casinò di Monaco lo ricordano socievole e generoso. In tanti parleranno del suo carattere particolarissimo, delle sue contraddizioni, dei suoi gesti estremi, della sua imprevedibilità ma anche della sua bontà d’animo e della sua voglia di condividere.
La sua fama continua a crescere. Nel 1969 dipinge Three Studies of Lucian Freud, opera che verrà battuta in un’asta da Christie nel 2013 alla cifra record di 142,4 milioni di dollari, passando alla storia come il quadro più pagato fino a quel momento.
In mostra al Chiostro del Bramante è possibile ammirare opere incredibili del pittore, opere del calibro del “Ritratto di Isabel Rawsthorne”, la “Figura seduta” del 1961, lo “Studio per un ritratto” del 1952 o lo “Studio per Ritratto II” che ritrae la maschera mortuaria di William Blake. La mostra sarà aperta dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 20.00, il sabato e la domenica dalle 10.00 alle 21. La biglietteria chiude un’ora prima. Il costo del biglietto intero è di 15€, ridotto 12€ con riduzioni speciali per i bambini. Per ulteriori informazioni è possibile visitare il sito: http://www.chiostrodelbramante.it o chiamare il numero +39 06 6880 9035.