Questa non è certo la prima volta che parliamo di Damien Hirst e qualcosa ci fa pensare che non sarà nemmeno l’ultima. Il fatto è che l’eclettico artista britannico ne combina una dietro l’altra come la sua cuginetta Tracey Emin e risulta davvero difficile seguire tutto ciò che Hirst dice o Hirst fa. In una recente intervista al quotidiano britannico The Guardian, il celebre rampollo della generazione Young British Artists reduce da una tempesta di critiche per la sua pessima mostra pittorica alla Wallace Collection di Londra (potete leggere un nostro precedente articolo sull’intera faccenda), ha dichiarato che il genio artistico non è innato ma si acquisisce attraverso la pratica.
Hirst ha inoltre continuato affermando che “Tutti possono essere come Rembrandt, personalmente non penso che un pittore come Rembrandt sia un vero genio. Si tratta di osservare ed esercitarsi, tutto può essere imparato e questa è la grandezza dell’arte. Si può diventare come Rembrandt se solo si vuole. Con la pratica si possono fare eccezionali dipinti”. Certo visti gli ultimi risultati di Damien Hirst come pittore vien da pensare che di pratica l’artista ne abbia fatta decisamente poca. Comunque dopo anni passati a mettere squali in formaldeide e via dicendo Hirst ha seriamente deciso di dedicarsi alla pittura, i 25 dipinti ad olio in mostra alla Wallace Collection sono infatti il risultato di due anni di pratica all’interno di una capanna nel giardino della sua residenza nel Devon.
Inoltre La galleria White Cube di Londra esporrà questo mese un’altra serie di dipinti dell’artista inglese e lo stesso ha dichiarato di essere seriamente intenzionato a perseguire la strada della pittura: “Penso che questi siano i miei inizi come pittore. Non penso di essere arrivato è una lunga strada e questi i primi passi e posso ritenermi pienamente soddisfatto”. Contento lui, contenti tutti. Ora aspettatevi nuove meraviglie direttamente dal nuovo Hirst pittore.