Continua senza posa lo sciopero dei dipendenti del Pompidou Centre di Parigi il quale sta tenendo in scacco per una giusta causa migliaia di affezionati d’arte di tutto il mondo che soggiornando in questi giorni nella capitale della Francia si sono ritrovati improvvisamente orfani di uno dei musei più importanti del mondo.
I lavoratori del Pompidou Centre denunciano la brutale politica del governo che si appresta a demolire del 20% la forza lavoro del museo nei prossimi dieci anni. Lunedì scorso in mattinata i lavoratori hanno quindi deciso di abbandonare il posto di lavoro e non hanno intenzione di tornarvi se non saranno intraprese nuove trattative o verranno fatte speciali concessioni al museo da parte del governo. La riforma varata dalle autorità francesi che entrerà in vigore dal prossimo anno abbraccerà tutte le istituzioni culturali nazionali. Il governo ha infatti deciso di stringere la cinghia sulle spese ed ha programmato ingenti tagli sia di fondi che di personale anche ad altre famose istituzioni come il museo del Louvre e la Biblioteca Nazionale. Ma tra tutti i musei, teatri, biblioteche e gallerie il Pompidou Centre è l’istituzione che avrà il colpo più duro perchè l’età media dei suoi lavoratori è ampiamente sopra i 50 anni, tale età media altissima rende quasi impossibile il ricollocamento dei lavoratori in un’altra forma d’impiego. Le forze sindacali a capo dello sciopero hanno dichiarato che nei prossimi 10 anni saranno tagliati 220 posti di lavoro su un totale di 1.100 unità di forza lavoro.
“Il ministero della cultura sta adottando dei provvedimenti a dir poco brutali. Questa forma di politica decisamente aggressiva scelta dal presidente Nicolas Sarkozy e dal suo governo è inaccettabile per lo staff del centro Pompidou, per le istituzioni ed infine per il pubblico” ha dichiarato l’Unione dei lavoratori del museo. La situazione di sciopero al Centre Pompidou potrebbe non essere un caso isolato, secondo le statistiche dei sindacati nei prossimi tre anni potrebbero sparire circa 1.000 posti di lavoro in 80 diverse istituzioni del paese, questo potrebbe invitare anche altri musei ed istituti culturale a scendere in piazza o scioperare.
“Vedrete che quello del Centre Pompidou non sarà l’unico sciopero, noi stiamo agendo da esempio per gli altri ed altri musei ci seguiranno non possiamo certo dargliela vinta” ha dichiarato Franck Guillaumet dell’unione dei lavoratori CGT. Se lo sciopero dovesse allargarsi Sarkozy dovrebbe vedersela con un inverno di malcontenti artistici decisamente duro. La rabbia è già esplosa tra i dipendenti del Musée des Arts Décoratifs riguardo le condizioni lavorative e le retribuzioni basse e anche la Biblioteca del Beaubourg si appresta a chiudere il prossimo lunedì.
Insomma sembrerebbe che l’Italia non sia l’unica nazione a dover subire tagli alla cultura.
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