Giovedì 10 dicembre presso la Reale Accademia di Spagna di Roma verrà inaugurata la mostra Poesia degli occhi. Omaggio degli artisti italiani a Federico García Lorca, a cura di Otello Lottini.
Gli artisti italiani Alberto Abate, Ubaldo Bartolini, Matteo Basilé, Tommaso Cascella, Bruno Ceccobelli, Solveig Cogliani, Stefano Di Stasio, Paola Gandolfi, Elio Marchegiani, Vanni Rinaldi, Donatella Schilirò, sono stati invitati a ri-creare l’esperienza estetica degli undici Sonetti dell’amore oscuro (1935-1936) di García Lorca, lavorando con una dinamica interpretativa, in cui la coscienza creativa del presente si nutre del mondo poetico del passato, che, in questa occasione, si incarna in una delle più grandi voci del Novecento spagnolo ed europeo.I pittori e gli scultori ci offrono un approccio plurale alla poesia di García Lorca, in base a tecniche, procedimenti e ispirazioni, legate alle specificità linguistiche e alle tensioni problematiche di ciascun artista. Esse si possono riassumere nelle proposte di un’arte che lavora sulla materia, sui segni e sul significante (Cascella, Ceccobelli, Marchegiani, Rinaldi), sulla nuova elaborazione dell’immagine, sviluppata tra segni e simboli (Abate, Bartolini, Cogliani, Di Stasio, Gandolfi) e sulle dinamiche della significazione, tra tecniche reali e tecniche virtuali (Basilè, Schilirò).
I Sonetti dell’amore oscuro che Lorca ebbe il tempo di comporre sono in tutto undici. Nelle sue intenzioni, erano parte di un libro più esteso, che doveva costituire un vero e proprio canzoniere d’amore. Ma la tragica morte gli impedì di comporlo. Alcuni erano già noti negli anni Trenta, poiché Lorca li aveva letti in privato ai suoi amici (da Pablo Neruda a Vicente Aleixandre). Ma, come si è detto, dopo di allora e fino agli anni Ottanta del secolo scorso, non se ne è saputo più nulla. Se ne parlava di tanto in tanto, ma pochi li conoscevano.
Da quando li conosciamo, aumenta il rammarico per l’assurda morte del poeta che gli ha impedito di ultimare il progetto, che avrebbe potuto costituire il grande libro poetico, il grande canzoniere moderno dell’eros diverso. I sonetti rimasti presentano una duplice valenza: hanno una sostanza autobiografica, sono il documento, cioè, di una intensa e drammatica passione d’amore vissuta da Lorca e, insieme, sono una delle più alte espressioni poetiche che l’eros omosessuale abbia saputo ispirare nei tempi moderni.
Tragedie del passato e attualità della poesia. La mostra intende guardare alla perennità e all’attualità della poesia di Lorca, che continua a parlarci ancora oggi, più che a rievocarne la drammatica morte, che è consegnata alle tragedie storiche del Novecento. Nella mostra, l’immagine di Lorca viene assunta come espressione alta della vita culturale spagnola e si propone come paradigma del grande cammino che ha fatto la cultura in Italia e in Spagna, che guarda in avanti e va oltre le divisioni dell’Europa del Novecento; anzi, si lascia alle spalle le drammatiche esperienze del secolo scorso.