Rompere la vetrina di una galleria può essere considerata arte? Si, hanno risposto le cinquanta persone che erano presenti alcuni giorni fa alla proiezione della performance del giovane artista Kevin Harman. No ha invece affermato Kate Gray, direttrice della Collective Gallery di Edinburgo e proprietaria della vetrina in questione.Lo scorso 23 novembre l’artista scozzese ha infatti distrutto la vetrina della galleria con una sbarra di ferro, tale azione è parte di un progetto scultoreo di Harman che è stato prontamente multato (esattamente per 200 sterline) dalle autorità. Kate Gray ha definito l’intera vicenda come un “incidente piuttosto bizzarro che ci ha lasciati indispettiti”.
Oltre la multa Harman aveva già speso 350 sterline per far sostituire il vetro della galleria. “Quelli della Collective Gallery avrebbero dovuto stringergli la mano ed offrirgli un drink” ha dichiarato Micheal Sandle della Royal Scottish Academy, mentre Richard Demarco (la cui fondazione ha concesso ben 2.000 sterline di borsa di studio a Kevin Harman) ha severamente condannato il comportamento della galleria, definendo l’artista come: “una persona dotata di talento che lavora seriamente”. Harman che al momento è al suo secondo anno di master all’Edinburgh College of Art, non ha rilasciato nessuna dichiarazione e lo stesso hanno fatto i suoi insegnanti. E’ però cosa risaputa che l’intervento artistico è stato supportato dai docenti, l’opera doveva infatti titolarsi Brick(mattone) e la vetrina doveva essere rotta con un mattone.
In un secondo momento i docenti hanno però optato per una sbarra di ferro per problemi di sicurezza. Harman aveva precedentemente informato la galleria delle sue intenzioni mandando due lettere e presentandosi di persona ma non aveva precisato quando avrebbe colpito. L’idea di riconfigurare strutture esistenti è una tematica che ha affascinato numerosi artisti. Nel 1978, ad esempio, lo sculture tedesco Bogomir Ecker segò 8 centimetri della Torre Eiffel a Parigi. Anche le gallerie d’arte sono state contaminate con fango (Antony Gormley) e con valige piene di formaggio putrefatto (Dieter Roth) ma in quel caso gli interventi erano stati pensati in accordo con le sedi espositive. Certo multare l’artista è stato forse eccessivo ma vedere le vetrine della propria galleria andare in pezzi non deve essere certo una cosa allegra.