Occupazione, squat e quanto altro, tutto per perorare la causa artistica s’intende. Impossessarsi di edifici pubblici o privati abbandonati per installarvi una serie di studios d’arte non è certo cosa nuova ma la notizia degli ultimi giorni ha riportato in auge questa (buona) abitudine. Quindi, visto che nella maggior parte dei casi le istituzioni non supportano la giovane arte il gruppo artistico The Oubliette ha deciso di occupare il numero 61 di Curzon Street di Londra, indirizzo di una prestigiosa Mayfair mansion dal valore di oltre 14 milioni di dollari che era stata incautamente lasciata vuota dalla società offshore che ne detiene la proprietà.
Dan Simon, portavoce 31enne degli Oubliette afferma di non essere uno squatter ma è oltremodo contento di mostrare la sua (e di altri 6 artisti) nuova casa che in realtà è un edificio di nove piani posto in uno dei quartieri più in voga di Londra e sembra sia di proprietà di un principe del Brunei. Ovviamente Simon ed i suoi colleghi non pagano l’affitto ma non hanno intenzione di comportarsi come gli altri squatters che tendono ad essere piuttosto caotici ed anarchici, gli Oubliette hanno infatti intenzione di comportarsi quasi come un’azienda . I nostri eroi hanno già una sorta di business plan creativo che hanno intenzione di far conoscere a tutti i magnati e proprietari d’azienda della contea. L’obiettivo è quello di persuadere i ricchi a cedere le loro proprietà vuote agli Oubliette che li useranno per organizzare mostre, concerti ed eventi di teatro, “E’ una maniera alternativa di dare alle persone facoltose la possibilità di contribuire alla causa artistica senza spendere cifre straordinarie”, ha dichiarato il giovane Simon. Gli Oubliette hanno persino affittato un servizio di sicurezza per tener d’occhio la proprietà 24 ore su 24 e si sono impegnati a effettuare la corretta manutenzione dell’edificio, rinnovando tubature ed impianti elettrici.
Certo l’intento degli Oubliette potrebbe sembrare una sorta di azione alla Robin Hood dove l’artista squattrinato ruba (ma in questo caso sarebbe meglio dire prende in prestito) al ricco per aiutare i poveri. La cosa che però non quadra in tutta questa faccenda è che gli Oubliette non sono certo poveri in canna ma sembrano anzi dei giovincelli smaliziati e rampanti che mirano a farsi un nome ed un poco di soldi sfruttando le cospicue proprietà altrui. Tra ricchi ed artisti che mirano a diventar ricchi non sappiamo proprio per chi tifare.