Per quale motivo si collezionano le opere di un determinato artista piuttosto che di un’altro? Difficile rispondere a questa domanda e molto spesso la risposta può variare in base a diversi fattori associati al livello di attenzione che un artista riesce a creare attorno al suo lavoro. C’è da precisare che quando si parla di grande collezionismo è quasi sempre inutile parlare di fattori estetici anche se molti esperti del settore continueranno ad insistere sul valore estetico e filosofico nascosto dietro al collezionismo di una data opera d’arte. Elencheremo quindi una serie di fattori basati su di uno studio di alcuni aspetti fenomenologici del passato che hanno influito in maniera attiva sulla collezionabilità di un artista.
Per gli artisti emergenti la formazione scolastica in una scuola d’arte d’elite è un importante indicatore di potenziale collezionismo. I laureati provenienti da scuole come Yale, Columbia, Cal. Arts, Düsseldorf o Goldsmiths suscitano sicuramente più attenzione di qualsiasi altro artista laureatosi in altri istituti di minor pregio. Questi laureati d’elite hanno già al loro seguito un gruppo di supporto di critici, curatori, dealers e collezionisti di opere create da studenti che in qualche modo riescono a garantire una rosea futura carriera al laureando. Ovviamente il discorso non è valido per tutti ma se si guarda allo storico delle carriere di tutti gli artisti usciti da scuole come la Yale Art School è facile capire come la provenienza sia un fattore molto importante.
In secondo luogo le gallerie d’arte ed i dealers non sono tutti uguali ed un mercante che riesce ad ottenere un successo internazionale con un suo artista nella maggior parte dei casi traina le quotazioni di tutti gli artisti della sua scuderia. Basta citare nomi storici come Leo Castelli, Barbara Gladstone, Irving Blum, Larry Gagosian fino ai più giovani Toby Webster, Zach Feuer e Andrei Kreps. Collezionare un artista promosso da tali nomi non è certo la stessa cosa che comprare un’opera dalla galleria d’arte sotto casa vostra. I meccanismi del marketing e della distribuzione sono fattori altrettanto importanti per la collezionabilità di un artista. Nello specifico ci si riferisce alla presenza di una galleria e di un determinato artista a blasonate fiere d’arte, la produzione di cataloghi d’alta qualità ed il piazzamento delle opere all’interno delle istituzioni museali.
Inoltre va detto che il mercato si basa anche sui trend e sul gossip, basta che qualche influente collezionista punti l’occhio su di un particolare artista che in poco tempo anche altri lo faranno. Generalmente più un artista è collezionato e più difficile sarà acquistare una sua opera in termini economici.
La produzione di un artista non ha un valore stabile, le prime opere di Damien Hirst non hanno le stesse quotazioni dei suoi recenti lavori pittorici, lo stesso vale per alcune opere di Jeff Koons o altre di Donald Judd, Matthew Barney e Jenny Saville.
Per concludere nel collezionismo non esiste una regola certa e nessuno può esser sicuro in un mercato dove gli esperti affermano che Jeff Koons è il nuovo Andy Warhol mentre Takashi Murakami è il nuovo Jeff Koons. Sbagliare investimenti fa parte del gioco e in un mercato come quello italiano, costituito da una miriade di nuove stelle che si affievoliscono nel giro di pochi anni, l’errore è all’ordine del giorno.
Photo Copyright: Johnathan Wherrett e Alistair Bett
mauro capponi 22 Maggio 2010 il 09:01
Mauro Capponi l’arte è fatica ispirata,se io dipingo la gioconda su un francobollo,è fatica ma non ispirazione,se tiro un pomodoro contro una tela, è ispirazione ma non fatica.mauro capponi pittore http://www.maurocapponi.com [email protected] collezione di 130 quadri olio su tela,40 visibili sul sito sono in vendita,se interessa ,contattatemi