Dopo le disquisizioni circa l’orecchio di Vincent Van Gogh (vedi nostro precedente articolo) il mondo dell’arte è scosso da un’altra incredibile quanto buffa affermazione. Stavolta il bizzarro retropensiero degli indagatori dell’arte ha investito la Monna Lisa o se preferite La Gioconda, capolavoro indiscusso creato da Leonardo Da Vinci nel lontano 1500, in anni ben lontani dalle meraviglie della medicina moderna.
Il coraggioso professor Vito Franco dell’università di Palermo ha infatti condotto alcuni studi sul celebre dipinto portando alla luce un dettaglio decisamente esilarante. Certo che Monna Lisa fosse paffutella lo si era ben capito ma secondo Franco la celebre modella soffriva di colesterolo ed aveva i trigliceridi alti. Ovviamente il professore non ha potuto condurre degli esami clinici sul soggetto ma ha notato alcuni accumuli di grasso nell’occhio ed una ciste su di una mano, segni evidenti di alti livelli di colesterolo. “La malattia sta dentro al corpo” – ha dichiarato Vito Franco in un’intervista apparsa sul quotidiano La Stampa “non è una dimensione metafisica o sovrannaturale. E i personaggi raffigurati svelano la loro fisicità, ci raccontano della loro umanità vulnerabile indipendentemente dalla consapevolezza del loro autore». Ovviamente il caso della Gioconda non è l’unico esempio di ricerca medica condotta su di un capolavoro dell’arte.
Secondo il Professor Franco l’Amorino Dormiente di Caravaggio esposto a Palazzo Pitti potrebbe essere affetto da artrite reumatoide, mentre nel Ritratto di Giovane di Botticelli custodito alla National Gallery di Washington è possibile denotare i sintomi dell’aracnodattilia, una patologia che deforma le dita della mano rendendole innaturalmente lunghe e sottili. Secondo Franco anche la Madonna del Collo lungo del Parmigianino (ospitata nelle sale degli Uffizzi a Firenze) potrebbe essere affetta dalla stessa patologia. Insomma a questo punto ci viene da pensare: quale tipo di malanni avevano i soggetti ritratti da Francis Bacon o da Pablo Picasso?
Photo Copyright: Gianni Dagli Orti/Corbis
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