Il mondo dell’arte perde un grande maestro, Eric Rohmer il regista francese pioniere della nouvelle vague che ha catturato i cuori dei cinefili di tutto il mondo si è spento ieri all’età di 89 anni. Il cinema di Rohmer ha seguito la sua personale visione: ritrarre l’intimo di ogni personaggio senza aggiungere una drammaticità estranea. Questa particolare caratteristica ha suscitato più volte critiche da parte degli esperti, di registi ed attori, Gene Hackman la grande star di Hollywood ha un giorno dichiarato:”Guardare un film di Rohmer è come guardare la vernice che si asciuga”.
Fu proprio Rohmer a fondare negli anni ’50 la nouvelle vague, movimento cinematografico che riuniva grandi registi come Francois Truffaut, Jean-Luc Godard, Jacques Rivette e Claude Chabrol. La Nouvelle vague era in primis una cerchia di amici appassionati di cinema che conosceva profondamente il cinema e molto spesso scriveva di cinema su Cahiers du Cinema, prestigiosa rivista fracese dedicata alle immagini in movimento. Nel 1959 Rohmer decise di girare il suo primo lungometraggio Il segno del Leone ma non ricevette il successo sperato. La fama arrivò più tardi nel 1967 quando il grande regista vinse il L’Orso d’argento a Berlino con il film La Collezionista. Nel 1972, Rohmer realizza due pellicole di argomento storico del tutto particolari: La Marchesa von…, del 1976 è tratto dalla novella di Heinrich von Kleist, mentre Perceval le gallois, è un adattamento dal poema medievale di Chrétien de Troyes. In queste opere, Rohmer si mostra capace di dirigere produzioni ben diverse dalle ambientazioni contemporanee e quotidiane della sua produzione più nota.
Commedie e proverbi è il suo secondo grande ciclo, in cui ciascun film illustra a suo modo un proverbio o una frase della saggezza popolare. I due capitoli più celebrati, Le notti della luna piena e Il raggio verde, vincono premi alla Mostra di Venezia e ottengono un certo successo commerciale.Ad ottant’anni d’età, dopo una carriera tra le più costanti ed equilibrate fra quelle dei maestri della Nouvelle Vague, nel 2001 utilizza per la prima volta le tecnologie digitali per ambientare il suo La nobildonna e il duca in una serie di dipinti che raffigurano la Parigi d’epoca rivoluzionaria. Il film viene presentato alla 58ª Mostra del Cinema di Venezia, dove Rohmer riceve il Leone d’oro alla carriera.