Durante una fredda mattinata dello scorso autunno Judson Box si svegliò presto per accudire i cavalli della sua fattoria di Leesburg negli Stati Uniti. Rientrato in casa per fare colazione Box fu fermato dalla moglie che gli mostrò una foto dal monitor del computer. “Rimasi impietrito” afferma ora Box in un’intervista rilasciata al New York Times “Sul monitor c’era la foto di mio figlio in azione”.
Il figlio di Judson Box era un vigile del fuoco morto durante l’attacco alle torri gemelle del World Trade Center dell’11 settembre 2001 assieme ad altri membri della sua squadra di soccorso. Ad 8 anni di distanza dal terribile evento, Judson Box è riuscito a trovare l’unica foto conosciuta di suo figlio nello svolgimento del suo lavoro durante quella ormai tristemente storica giornata. La foto era stata pubblicata alcuni giorni prima da un utente di nome Erik Troelsen sul sito makehistory.national911memorial.org, il sito ufficiale del futuro National September 11 Museum and Memorial. Dall’apertura del sito nello scorso settembre circa 1.000 utenti hanno contribuito postando più di 3.000 foto, video e storie personali, contenuti che giocheranno un ruolo fondamentale quanto il museo aprirà fisicamente le sue porte nel 2012. Il sito Make History annesso al National 11 September è forse il primo grande esempio di un museo che trae la sua forza vitale dagli utenti del web che contribuiscono a creare la sua collezione permanente.
Anche se le istituzioni museali dialogano con la rete da diverso tempo la loro attività si è limitata a mostrare foto delle opere in collezione o a tenere informati gli utenti sulle mostre in programma tramite i social networks come Twitter e Facebook. Oggi però stiamo assistendo ad un grande cambiamento: il museo della storia ebraica polacca di Varsavia che sarà ultimato nel 2012 vanta già una collezione di fotografie postate sul suo sito web da più di 800 utenti, l’obiettivo è quello di raggiungere 30.000 immagini. Inoltre nel febbraio dello scorso anno il Luce Foundation Center dello Smithsonian American Art Museum ha invitato gli utenti web a scegliere quali opere esporre tra quelle della collezione.
Insomma nel prossimo futuro molte istituzioni pubbliche potrebbero dare al loro pubblico l’opportunità di trasformarsi in curatori e costruire la propria mostra comodamente da casa. Certo non tutti possono fare tutto ma una maggiore partecipazione ed apertura verso la gente comune da parte di musei impenetrabili come quelli che abbiamo qui in Italia non sarebbe uno sbaglio.