Come si guadagna da vivere la maggior parte dei giovani artisti? Ovviamente se il vostro nome è Damien Hirst basta vendere un paio di squali in formaldeide ed il gioco è fatto, stipendio garantito per almeno due vite. Ma questo scenario non riflette la situazione della stragrande maggioranza dei giovani artisti italiani ed internazionali. Questi coraggiosi eroi del contemporaneo sono costretti ad alternarsi tra la loro vita creativa ed un posto tra gli scaffali del supermercato od in qualche tipografia o studio grafico.
Certo alcune nazioni supportano l’arte in vari modi, la Danimarca ad esempio mette a disposizione circa 17.000 euro di stipendio annuale per 275 artisti per tutto il resto delle loro vite. In Francia invece un artista può chiedere fino a 7.000 euro per equipaggiare il proprio studio. In Italia però non esiste nulla di tutto questo ed allora o si è ricchi di famiglia o sponsorizzati da un ricco magnate, altrimenti non è peccato ricorrere al famoso lavoretto di sostentamento. Nulla di cui vergognarsi ragazzi, anche perché il successo potrebbe essere dietro l’angolo ma nel frattempo bisogna rimanere con i piedi per terra e cercar di sopravvivere con ogni mezzo. Se vi sentite stanchi di lavorare al call center di mattina e dipingere di notte ricordatevi che molti artisti prima di voi ed in tempi non sospetti hanno fatto le medesime cose. Ad esempio Ian Curtis, celeberrimo leader della band Joy Division lavorò come impiegato in un ufficio di collocamento fino al 1979 data in cui la band realizzò il suo primo,storico disco. Van Morrison immortalò la sua esperienza come lavavetri nella canzone Cleaning Windows del 1982 ed anche il noto compositore Philip Glass non riuscì ad abbandonare il suo doppio lavoro di tassista ed idraulico fino a che non raggiunse il successo all’età di 41 anni.
Anche i celebri artisti Bob e Roberta Smith hanno svolto diverse mansioni prima di cominciare a vivere della propria creatività: “Lavoravamo in una compagnia che spedisce opere d’arte in giro per il mondo e non potete capire quanto gli artisti affermati possano essere scortesi con i giovani artisti”.
Ovviamente un lavoro significa togliere ore alla vostra carriera d’artista ma tenete duro, domani su Globartmag potreste leggere un articolo che parla di voi, dei vostri sacrifici ma anche del vostro successo artistico.
Globartmag says: Never give up!
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