Abbiamo già affrontato in più riprese il caso graffiti writing, particolare forma di street art che da sempre è oggetto di molte polemiche. Sono in tanti infatti a giudicare quest’espressione artistica come un semplice scarabocchio dimenticando che grandi nomi come Keith Haring e Jean-Michel Basquiat hanno cominciato proprio “scarabocchiando” per le strade cittadine. Ovviamente non tutto può essere considerato arte ed è naturale che molti graffiti tali non sono ma semplici svolazzi che imbrattano edifici, monumenti ed altre realtà architettoniche di interesse storico.
Per arginare il problema e scindere l’arte dal deturpamento del bene pubblico, molte città del mondo hanno studiato numerosi provvedimenti, dalla ferrea repressione ai moderati deterrenti. Il Regno Unito ha invece interpellato i cittadini istituendo un sondaggio sulle opere urbane da cancellare e quelle da tenere. Il comune di Roma ha ultimamente deciso di adottare le maniere forti contro gli attacchi urbani dei writers ed ha così intenzione di creare una banca dati su internet contenente tutti i nomi degli street artist capitolini. Roma ha però intenzione di creare anche un’albo dei writers ed individuare alcune zone da affidare alla libera espressione artistica di tutti i giovani graffitari. Ongi anno il comune di Roma spende più di 5 milioni di euro per ripulire edifici ed altri beni pubblici dagli scarabocchi e dalle scritte. Inoltre secondo una nuova ordinanza sul decoro del 3 febbraio scorso sarà ora possibile “analizzare i tags e perseguire, senza la flagranza di reato, i colpevoli di deturpamento ed imbrattamento del bene pubblico, salvaguardando la giusta tutela del patrimonio architettonico”.
Insomma si potrebbe andar in contro a guai seri anche se non si è stati colti sul fatto ad imbrattar muri, fa fede la propria “firma”. Intanto a Londra il nostro beniamino Banksy se la ride visto che un suo murale è stato comprato per 30.000 sterline da due collezionisti. Il problema è che l’opera è stata imbrattata da alcuni writers e ci vorranno altri soldi per restaurarla, inoltre Banksy non ha mai autenticato l’opera ed in futuro il murale potrebbe perdere di valore.
Photos by adele.turner, courtesy Flickr