Importante scoperta di un team di restauratori italiani che durante i loro interventi su alcuni affreschi del Giotto (maestro del 14esimo secolo) sono riusciti a riportare alla luce incredibili colori e dettagli mai visti, presumibilmente occultati da secoli di polvere ed impurità. Gli affreschi, databili attorno al 1320, fanno parte delle decorazioni delle mura della cappella Peruzzi nella Basilica di Santa Croce a Firenze.
La cappella è stata immortalata dalla regista James Ivory che nel 1985 scelse proprio la magica location per girare una scena del film Camera Con Vista. Nella scena in questione la celebre attrice Helena Bonham Carter interpreta la nobildonna inglese Lucy Honeychurch che nella cappella incontra il suo futuro marito. Gli affreschi di Giotto raffigurano l’ascesa in paradiso di San Giovanni Evangelista e la testa di San Giovanni Battista presentata a Re Erode su di un piatto portato da un soldato Romano. Per riportare alla luce gli sfavillanti colori creati dal grande maestro, i restauratori hanno utilizzato i raggi ultravioletti. In realtà il team si è imbattuto per sbaglio nella tecnica ad ultravioletti mentre era indaffarato a mappare l’affresco per un possibile futuro restauro. Nel corso del loro lavoro i ricercatori hanno scoperto la luce ultravioletta, puntata sui dipinti, era in grado di evidenziare aspetti del tutto invisibili ad occhio nudo. Secondo molti studiosi gli affreschi di Giotto nella cappella Peruzzi sono stati fonte d’ispirazione per Michelangelo e sono riusciti ad influenzare le opere del grande artista a 200 anni di distanza.
Già nel 18esimo apparivano coperti da una precedente imbiancatura delle pareti, successivamente nel 1840 furono oggetto di un brutale restauro. L’intonacatura fu infatti rimossa a colpi di spugne abrasive, spazzole in ferro e solventi aggressivi, metodi inopportuni che hanno graffiato e sbiadito la superficie dell’opera con conseguente perdita di dettagli. Gli amanti dell’arte però non potranno ammirare i colori e le forme originali dell’affresco di Giotto, poiché una permanente esposizione alla luce ultravioletta rovinerebbe l’opera. I restauratori hanno però intenzione di utilizzare tale tecnica per il tempo necessario ad eseguire delle scansioni generate al computer che creeranno un facsimile dell’intera opera di Giotto all’interno della cappella, questa volta con colori inediti.
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