“La giovinezza non mi ha mai appassionato più di tanto. Raramente vedo qualcosa di bello in una faccia giovane” dichiarò un giorno il grande fotografo Richard Avedon. Chissà quindi cosa direbbe Avedon riguardo alla incredibile carriera di Ryan McGinley. Il fotografo 32enne nel 1999 inviò per posta ad alcuni editori un portfolio contenente alcune delle sue opere fotografiche, il libricino fai-da-te fu creato con una comune stampante a getto di inchiostro, di quelle che abbiamo tutti noi dentro casa.
All’interno del porfolio Mc Ginley aveva inserito immagini di ragazze e ragazzi giovanissimi perché, a differenza di Avedon, il giovane fotografo era appassionato dalla giovinezza. Questo evidentemente fece la sua fortuna visto che a soli 25 anni fu notato dal Whitney Museum che gli dedicò niente di meno che una mostra personale. Oggi, dopo circa dieci anni di fotografia tradizionale, McGinley si è ritirato nel suo studio nel Lower East Side di New York per preparare il suo primo progetto tutto in digitale. Everybody Knows This Is Nowhere è quindi il titolo della nuova mostra di McGinley alla Team Gallery (in visione dal 18 marzo al 17 aprile 2010), evento che racchiude le sue ultime serie fotografiche. Per due anni il fotografo ha assoldato un agente per il casting ed ha così avuto modo di visionare più di 150 modelli. Molti di questi giovani sono artisti, scrittori o filmmakers, altri sono muse di McGinley sin dall’inizio della sua carriera. Il grande fotografo li ha immortalati davanti ad un fondale bianco in ritratti in bianco e nero che seguono le ricerche di Avedon, Robert Mapplethorpe e Catherine Opie ma in una prospettiva più fresca e contemporanea. “Sembra che le persone compiano gli stessi gesti delle mie fotografie a colori scattate all’esterno ma questa volta sono all’interno di uno studio. All’esterno c’è molta azione, molta corsa e salti ma nei ritratti in studio ci si fissa ancor di più negli occhi, è un’esperienza che non avevo mai provato” ha dichiarato l’artista le cui fotografie recano semplicemente il nome del soggetto ritratto ed in qualche caso anche l’iniziale del cognome.
Per ottenere risultati così grintosi e movimentati McGinley ha assoldato una ragazza chiamata Brandee che ha messo della musica preferita dai modelli e li ha poi scossi con dei cartelli con su scritto “eccitato” o “geloso”, stati d’animo che i ragazzi dovevano riprodurre. Insomma giudicate voi se questo stratagemma ha funzionato.