Violenza, corruzione, Guerra. La nuova serie del fotogiornalista Ed Kashi punta il dito sul devastante effetto della produzione del petrolio. Si chiama Curse of Black Gold, La maledizione dell’oro nero e suona come un vecchio racconto d’avventura di by Edgar Rice Burroughs o Henry Rider Haggard. Ed invece è il titolo di un nuovo ed epico reportage di Ed Kashi che documenta gli effetti di 50 anni di produzione del petrolio in Africa.
Effettivamente le storie di Kashi hanno tutto quello che un buon romanzo d’avventura dovrebbe avere: intrighi politici, guerre fra tribù, disastri ecologici,corruzione su vasta scala, violenze e rapimenti. Il set di questa trama è il vasto delta del Niger, 28.000 metri quadrati di foresta pluviale e paludi di mangrovie. Peccato che le immagini documentate da Kashi non sono frutto dell’ingegno letterario ma della nuda e cruda realtà. Il fotografo è già avvezzo al pericolo dato che nel 2006 è stato arrestato dai militari mentre scattava alcune immagini della regione del Nembe ed è stato trattenuto illegalmente in prigione per 4 giorni. Stavolta Kashi ha passato 5 lunghi anni a fotografare capi tribù, proprietari terrieri e villaggi devastati e macchiati dal petrolio, dove la popolazione si mantiene in vita a stento. Una delle immagini da lui fotografate mostra una piccola città che si erge al di sotto di una grande nuvola nera, prova inconfutabile della presenza di un’ enorme raffineria poco distante dal centro abitato.
La maggior parte delle foto sono raccolte in un libro intitolato appunto Curse of Black Gold che contiene anche alcuni scritti di attivisti politici, leader del popolo e poeti. Per meglio apprezzare la pubblicazione bisogna guardare le foto mentre si leggono le testimonianze, come se si trattasse di un’unica grande striscia narrativa. In merito alla sua pubblicazione Ed Kashi ha dichiarato: “La corsa al petrolio ha generato una sorta di dispersione e frammentazione etnica. Tutto questo impedisce la visione della Nigeria come nazione realmente unita”.