Si inaugura l’8 aprile, presso lo Studio Trisorio di Napoli, in via Riviera di Chiaia 215, una personale del fotografo inglese Martin Parr. Fin dagli esordi Martin Parr si e’ interessato ai comportamenti sociali, al modo in cui le persone arredano le proprie case, ai cibi che scelgono di mangiare, agli abiti che indossano, alle mete turistiche che prediligono, ed ha cominciato a catalogare queste abitudini ordinarie con uno sguardo acuto ed ironico.
In mostra alcune delle sue prime fotografie in bianco e nero degli anni ’70, scattate a Manchester, nello Yorshire, nell’East Sussex, gli interni domestici della serie Home Sweet Home (1974), e varie immagini delle serie The Last Resort (1983-86), Small World (1987-94), Bored Couples (1991-93), Common Sense (1995-99), Luxury (2009), sono giustapposte per restituire una visione retrospettiva del particolare linguaggio fotografico di Martin Parr negli ultimi quarant’anni.Il filo rosso che percorre tutti i suoi lavori e’ un’attenta riflessione sul consumismo, inteso non solo come stile di vita, ma come ideologia paradossale della società contemporanea. La sua e’ soprattutto una riflessione sulla fotografia come mezzo di rappresentazione del reale in un mondo in cui il reale e la sua immagine si confondono sempre di piu’ fra loro.
Martin Parr e’ nato nel 1952 a Epsom, in Inghilterra. Dal 1994 e’ membro dell’agenzia Magnum Photographic Corporation. Le sue fotografie si trovano in numerose collezioni pubbliche internazionali come l’Arts Council of Great Britain, la Bibliothèque Nationale di Parigi, il Paul Ghetty Center di Los Angeles, il MoMA di New York, il Museum of Modern Art di San Francisco, il Los Angeles County Museum, la Tate Modern di Londra.
Nel giugno 2009 la Galleria nazionale Jeu de Paume di Parigi gli ha dedicato la mostra Planète Parr in cui, insieme alle piu’ note fotografie dell’artista, sono state esposte le sue collezioni di oggetti strani ed eterocliti che riflettono la vacuità della società consumista. A partire dagli anni ’80 Martin Parr ha pubblicato circa cinquanta cataloghi.