I lettori di Globartmag ricorderanno sicuramente lo spiacevole fatto successo lo scorso dicembre al Cam, Contemporary Museum di Casoria, quando in occasione di una mostra di arte contemporanea con artisti africani dal titolo Africam, alcuni ignoti impiccarono un bambolotto al cancello principale del museo. Il bambolotto era di colore ed il gesto fu oggettivamente additato come un chiaro atto intimidatorio. A pochi mesi dall’accaduto il Cam torna a far parlare di sé poiché lo scorso 2 aprile i vandali sono tornati sui loro passi ed hanno nuovamente disturbato le attività del museo.
Alcuni ignoti, dicevamo, hanno infatti apposto un pesante lucchetto sul cancello d’ingresso, bloccando irreparabilmente l’entrata. Ad accorgersene sono stati i custodi del museo che in mattinata si erano come di consueto recati ad aprire la sede. In questi giorni il Cam ospitava una rassegna dal titolo Politik arte dentro e fuori il sistema, mostra con opere di Giuseppe de Marco, Sebastiano Deva, Di Guida & Vargas, Mulugeda Gebrekidan, Otieno Gomba, M. Kronstadiano Fiore, Christian Leperino, Lello Lopez, J.P. Mika, Errico Ruotolo, Marcus Shahar e Tony Stefanucci. L’evento chiusosi lo scorso 7 aprile, proponeva alcune opere di artisti che si sono espressi in polemica con un’ideologia o con le istituzioni utilizzando molteplici linguaggi. Forse proprio questo evento dal sapore politico ha dato fastidio a qualcuno. In questi giorni il Cam è impegnato nella rassegna di videoarte Magma art Videos under Volcano che ha coinvolto anche il Pan di Napoli.
Parlando del grave gesto intimidatorio il direttore Antonio Manfredi ha condannato il gesto e ha espresso profondo rammarico per le persone che si erano recate in visita al museo durante le feste di Pasqua e non sono potute entrare. Oramai il puntuale assalto al Cam è divenuto una triste consuetudine che non ha una spiegazione razionale. Non si riesce a capire il motivo di questi gesti che forse sono solamente il prodotto di stupide bravate.