Russia Today: Video arte dalla Nuova Russia, evento organizzato dalla galleria Nina Lumer di Milano (dal 16 aprile al 28 maggio 2010) presenta opere di alcuni dei più apprezzati esponenti di arte contemporanea russa a livello internazionale: Viktor Alimpiev, Sergey Bratkov, Anna Jermolaewa e Vladimir Logutov, che hanno fatto (e continuano a fare) del video uno dei loro mezzi d’espressione più efficace. Nel loro continuo oscillare tra mise-en-scène e realtà quotidiana, tra plastica e pelle, tra caos e ordine, i video in mostra ci parlano, almeno in superficie, di questa Nuova Russia, temibile ed amabile allo stesso tempo.
Sono però opere queste che si presentano come una minaccia agli stereotipi amati dagli appassionati di turismo che tendono ad identificare intere nazioni con determinate icone-souvenir – matrioske, caviale, vodka, gasdotti e barili di petrolio, nel caso della Russia. Sono opere che certamente ci parlano, apertamente o indirettamente, di Russia, ma che non si esauriscono in indicazioni topografiche. Forse l’approccio più legittimo è considerare questi video dei paesaggi psicologici, logos non topos, espressioni, in altre parole, di condizioni che non si esauriscono nel particolare, ma si ampliano nell’universale. In Russia il video come forma di espressione artistica emerse proprio , quando l’arte contemporanea cessò d’essere una pratica di dissidenza relegata nella semi-clandestinità di appartamenti e studi di artisti e i primi spazi dedicati all’arte contemporanea cominciarono a comparire prima a Mosca, poi a San Pietroburgo ed in seguito anche nelle altre città del vasto territorio della Federazione.
Sebbene storicamente la video arte nacque e mosse i primi passi prima del crollo dell’Unione – è del 1985 il primo esempio (Andrey Monastyrsky, Conversazione con una lampada) – la sua affermazione è un fenomeno prettamente post-Sovietico, in altre parole si tratta di una forma artistica – nuova poiché non aveva nessuna tradizione con cui confrontarsi alle spalle – peculiare alla Nuova Russia.