Vorremmo citare qui sotto alcune riflessioni del nostro beniamino inglese Jonathan Jones, stimato ed irriverente critico che sovente citiamo nel nostro blog. Stavolte Jones compie alcune interessanti riflessioni sul cubismo:
“Ammirare un’opera cubista è uno dei rari piaceri della vita. Raro perché è qualcosa che non capita molto spesso. La pittura cubista di Pablo Picasso e Georges Braque è vista da molti esperti d’arte come l’equivalente della musica sperimentale: incredibilmente difficile e di natura quasi ascetica rispetto al nostro vivere quotidiano. Ma secondo il mio parere la musica sperimentale è più vicina ai dipinti di Kandinsky, che tramite l’astratto inseguiva l’assoluto e l’immateriale. I grandi esperimenti cubisti di Picasso e Braque, antecedenti alla prima guerra mondiale, non erano un rifiuto del mondo ordinario, dell’universo materiale e visibile né una ricerca dell’assoluto. Il cubismo di questi due grandi geni era una sorta di investigazione sulla realtà e sulla percezione. Ecco perché mi riferivo al piacere parlando della fruizione di un’opera cubista. Basta rilassarsi un poco ed ammirare un dipinto e subito accade qualcosa di decisamente stupefacente: un processo chimico cambia le percezioni e produce visioni multiple, il mondo si rivela in tutta la sua maestosità ed è una cosa incredibilmente divertente.”
Oggi il cubismo è stato letteralmente divorato da altre espressioni artistiche ed ormai siamo abituati a vedere opere che si autodefiniscono rivoluzionarie ma che non hanno nulla di innovativo e propongono solamente falsi misteri e simboli inesistenti. E’ quindi bello poter osservare qualcosa che si basa solamente sullo stravolgimento delle percezioni e che amplia la nostra visione del mondo reale spalmandola su punti privilegiati che abitano nello stesso spazio e tempo.