The Gallery Apart di Roma inaugura il 3 maggio la mostra personale di Alessandro Scarabello dal titolo Nous voulons che in francese significa ”Noi vogliamo”. Alessandro Scarabello ricorre ad un’espressione volutamente semplice, diretta, antica ed estremamente attuale, come se fosse un canto alla volontà determinata, quasi un motto araldico, parole che trovano una forza speciale nel fatto che il francese è la lingua delle rivoluzioni: e il malcontento è di tutte le epoche storiche.
Alessandro Scarabello, che già in cicli precedenti aveva adottato il ritratto come formula per affermare visioni sociali ed etiche mescolando con sapienza il vissuto personale e le categorie sociologiche, presenta nove grandi tele recanti i ritratti di altrettanti personaggi, tutti amici di suo padre e tutti testimoni di quel periodo di contestazione armata, fermatosi ai margini della guerra civile, passato alla storia con l’espressione “anni di piombo”. Nove coetanei, dunque, ognuno dei quali ha vissuto secondo le proprie idee un periodo di grande cambiamento, compiendo scelte che ne hanno assecondato o modificato il percorso di vita. Un’esperienza comune a tanti giovani che popolavano le università, le fabbriche, i quartieri popolari e non, giovani che anche attraverso quella esperienza hanno stabilito la loro personale scala di valori e si sono costruiti la loro definitiva identità. Giovani che prima del trauma di quegli anni violenti, che a molti ha lasciato il senso di un colpevole strabismo militante, avevano seguito percorsi formativi in cui il francese rappresentava la lingua di ingresso in Europa, come oggi per i giovani è l’inglese, l’idioma cui associare naturalmente i concetti di libertà e futuro e cui consegnare l’affermarsi delle proprie volizioni, cioè la volontà come puro atto, come espressione di una facoltà spirituale.
Attraverso il suo caratteristico linguaggio pittorico-espressivo, che ancora una volta si manifesta mediante l’alternanza di campiture piatte e di pennellate colte grazie al contemporaneo ricorso all’olio e all’acrilico, Alessandro Scarabello scava nelle pieghe dei volti, manipola le espressioni, stabilisce la direzione e il grado di fierezza dello sguardo, tutto per evidenziare il percorso di risalita che ha condotto queste nove persone alla loro attuale identità. Proprio per enfatizzare il più possibile il loro grado di adattabilità alla società contemporanea, quasi per misurare lo sforzo che li ha condotti all’oggi, Scarabello ha chiesto ai personaggi ritratti di esprimere, con la massima libertà di pensiero e con il medium ritenuto più appropriato, una riflessione sulla loro visione del mondo. Ne è emersa una piccola collezione di testimonianze (testi, immagini, fotografie, tracce audio e video) che Scarabello ha raccolto in una fanzine a corredo della mostra e da cui ha tratto, nel rispetto delle suggestioni offerte da ognuno, una frase che affianca ciascun dipinto. Sono statuizioni a complemento del Nuos voulons, tanti singoli Je veux per consentire una lettura più profonda ma soprattutto per contribuire a comprendere meglio una generazione che, come tutte le precedenti e le successive, ha fatto la storia, piccola o grande che sia.