Nel 2008 il grande coreografo Merce Cunningham portò la sua troupe in una vecchia fabbrica di automobili abbandonata in California. L’intento era quello di girare un film, una pellicola diretta da Tacita Dean e sviluppata in tre giorni che lo sfortunato Merce non è riuscito a vedere. Il film doveva essere proiettato il 16 aprile dello scorso anno in occasione della premiere di Nearly Ninety, l’ultimo lavoro di Cunnungham alla Brooklyn Academy of Music. Ma il progetto era troppo grande ed alla Dean occorreva più tempo per realizzarlo, purtroppo la regista apprese il 26 luglio dello stesso anno che Cunningham era deceduto.
A dispetto della sua età e delle sue ossa ormai malandate che lo avevano costretto sulla sedia a rotelle il padre degli Happening e grande pioniere delle arti sperimentali, era ancora prolifico e stilava ancora molti progetti. Così tanto prolifico che la morte lo ha colto proprio una settimana prima dell’inaugurazione di un nuovo evento. Inutile sottolineare quanto Cunningham, John Cage e Robert Rauschenberg abbiano contribuito allo sviluppo dell’arte concettuale, della performance e di movimenti come Fluxus, allargando le loro influenze su centinaia di artisti, anche dei nostri giorni. Durante le riprese della performance Cunningham ha lavorato fianco a fianco con Tacita Dean, dirigendo 14 ballerini che si muovevano indipendentemente l’uno dall’altro, attraverso gli enormi corridoi della ex fabbrica di automobili Ford. Cunningham forniva spiegazioni estremamente precise e minuziose ad ogni ballerino poiché era sua natura vedere la danza come un pittore vede la sua tela, non a caso il celebre coreografo aveva un approccio pittorico alla danza.
Dopo la morte di Cunningham, Tacita Dean si è ritrovata a scendere a patti con 17 ore di girato, da montare da sola a Berlino ma rivedere l’immagine del coreografo all’interno della sala di montaggio l’ha consolata, facendola sentire meno sola. Oggi finalmente l’impresa è riuscita, il film è pronto e il 13 maggio prossimo verrà presentato al grande pubblico alla Frith Street Gallery di Londra.