Vorremmo in queste poche righe ricordare un genio tutto italiano, anzi romano, che con la sua sagacia e visionarietà ha cambiato per sempre il volto dell’editoria d’avanguardia. Stiamo ovviamente parlando di Stefano Tamburini (Roma, 18 agosto 1955 – aprile 1986) le cui mirabolanti trovate grafiche, le battute al veleno e le sceneggiature incredibili di Ranxerox riuscirono a raggiungere più di venti anni fa quello che le rivistucole alla moda dei nostri giorni nemmeno si sognano di intravedere e sarebbe a dire: freschezza, irriverenza e spontaneità.
L’ esordio di Tamburini nel mondo del fumetto avviene sulla rivista Combinazioni nel 1974 col personaggio di Fuzzy Rat. Nel maggio del 1977 fonda lo storico periodico di fumetti Cannibale dove compare per la prima volta Ranxerox, un robot con sembianze umane costruito da pezzi di una fotocopiatrice, dotato di una grande forza fisica e di una feroce violenza che si aggira in cerca di risse ed eroina in una Roma del futuro degradata e sospesa nel tempo, simile agli scenari metropolitani proposti dal film Blade Runner.
Una Roma cyberpunk in cui Ranxerox, vero coatto cybernetico, si dimena senza posa distribuendo piombo e pugni assieme alla sua amata Lubna. Inizialmente disegnato da Andrea Pazienza e Tanino Liberatore il fumetto verrà poi affidato alle matite del solo Liberatore ed alle sceneggiature di Tamburini sulle pagine della straordinaria rivista Frigidaire. Su Frigidaire Tamburini creerà grafiche, scriverà articoli graffianti e recensioni musicali e d’arte contemporanea oltre ad inventarsi il fumetto Snake Agent, realizzato alterando con la macchina fotocopiatrice le strisce di un fumetto americano degli anni anni 40.
Nel frattempo Ranxerox viene tradotto e stampato in numero paesi e diventa un vero e proprio cult in Francia, America e Giappone. Fin dall’inizio Frigidaire si pose al pubblico come rivista controcorrente, accostando fumetto e giornalismo d’assalto (ispirandosi inizialmente alla rivista francese Actuel). Sulle pagine della rivista fiorirono nomi come Pablo Echaurren e Massimo Giacon ed in uno dei numeri più celebri figurava un Achille Bonito Oliva completamente nudo.
L’avventura di Tamburini finisce improvvisamente a Roma, in un giorno non precisato dell’aprile del 1986 quando il suo corpo viene ritrovato, una decina di giorni dopo il decesso.
Sandy 24 Marzo 2017 il 17:05
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