Nuova ed ambiziosa mostra alla Tate Modern di Londra, il progetto dal titolo Exposed: Voyeurism, Surveillance and the Camera (in visione dal prossimo 28 maggio fino al 3 ottobre 2010) è infatti basato sulla dimensione trasgressiva e provocatoria della fotografia, vissuta come una sorta di mezzo di sorveglianza o di spionaggio del privato. Il lavori in mostra sono infatti riuniti in 5 grandi temi del voyeurismo fotografico e sarebbe a dire la fotografia di strada, le immagini sessualmente esplicite, le paparazzate ai divi, le immagini di morte e violenza ed infine le immagini di sorveglianza.
Oggi grazie ai nuovi telefoni cellulari dotati di obiettivi fotografici ed alle macchine digitali sempre più piccole, tutti noi siamo testimoni di quello che accade nel mondo ma al tempo stesso siamo anche dei voyeurs. Ed è pur vero che internet è pieno di immagini di violenza e fotografie a sfondo sessuale ma la potenza della fotografia può ancora scioccare ed inorridire le masse. Ad esempio la serie di immagini Stoned to Death, Somalia, di Farah Abdi Warsameh (vincitore del World Press award di quest’anno) è riuscita a scuotere gli animi di tutti. Quelle istantanee che ritraevano un uomo mentre veniva lapidato da una folla inferocita hanno fatto il giro del mondo. La mostra Exposed è quindi un valido ed interessante momento di riflessione su di un mezzo fotografico che fin dalla sua nascita non ha mai smesso di “spiare” le nostre vite.
Dai bombardamenti in Vietnam sino alle foto di Paris Hilton, passando per gente comune che si bacia per strada, Exposed propone 250 opere di artisti del calibro di Guy Bourdin, Henri Cartier-Bresson, Philip Lorca DiCorcia, Walker Evans, Robert Frank, Nan Goldin, Lee Miller, Helmut Newton e Man Ray. Ovviamente sono presenti in mostra anche immagini di fotografi amatoriali e frames presi direttamente dalle telecamere di sorveglianza delle vie cittadine, questo per documentare al meglio l’aspetto voyeuristico della fotografia.