The Plurality of One e’ un progetto corale sviluppato da quattro artisti e tre curatori all’interno del doppio spazio espositivo della galleria romana Monitor. Con l’introduzione di una componente orale e dialogica a completare la materialità dei diversi lavori, la mostra (dal 23 giugno al 30 luglio) vuole riflettere in maniera fluida e aperta sull’idea di traduzione, ripetizione e variazione all’interno delle pratiche dei quattro artisti invitati.
Assumendo che “ognuno e’ uno in se stesso” e che, in una realtà in continuo cambiamento, un oggetto può essere pensato attraverso le relazioni associabili con sue diverse componenti, l’idea di pluralità “permette ad un’infinita’ di elementi di costituire un singolo evento complesso” (John Cage, Per gli uccelli, 1981).Il progetto si focalizza sulle relazioni tra la presenza o pre-esistenza concettuale di alcuni lavori e la possibilita’ di una loro trasmissione alternativa seppur equivalente, sia questa orale, scritta o sviluppata attraverso una reinvenzione continua dei lavori stessi.
The Plurality of One propone una risposta diretta alla possibilità di ripensare un lavoro o una pratica artistica all’interno di una situazione spazio-temporale precisa. Lavorando insieme negli spazi di Monitor durante tutta la prima settimana di giugno, i quattro artisti invitati, insieme a FormContent, hanno cercato di “aprire le orecchie” (e gli occhi) per cogliere una possibile pluralità del numero uno. L’ intero processo è stato accessibile a chiunque ha voluto assistere e partecipare a questo scambio di idee.
FormContent e’ uno spazio indipendente aperto nel 2007 da Francesco Pedraglio, Caterina Riva e Pieternel Vermoortel nell’est di Londra. Negli ultimi quattro anni, FormContent ha organizzato mostre, pubblicazioni ed eventi. FormContent negli ultimi quattro anni ha curato diverse mostre in Gran Bretagna e all’estero, tra cui: I giovani che visitano le nostre rovine non vi vedono che uno stile (GAM, Torino, 2009), The Filmic Conventions (FormContent, 2009) e Have a Look! Have a Look! (FormContent, 2010).
Nato nel 1982, Ed Atkins vive e lavora a Londra, dove ha studiato prima al Central St. Martin’s College e poi alla Slade. Atkins e’ scrittore e artista: i suoi lavori si articolano in video, installazioni, disegni, fotografie e sceneggiature. Tra i suoi progetti piu’ recenti: SPOILER ( Rhubaba, Edimburgo) e The Radical Dilettante, un saggio comparso sul secondo numero di Novel, entrambi del 2009. Nel 2010 presentera’ nuovi lavori da Limoncello (Londra) e da Neue Alte Bruecke (Francoforte).
Jesse Ash si e’ diplomato al Royal College of Art e sta completando un dottorato al Goldsmiths College di Londra. Tra le ultime collettive a cui ha partecipato: Croy Nielsen a Berlino (2010), Limoncello a Londra (2008), Tanya Bonkadar a New York (2007). The Buried Lede e’ il titolo della sua prima personale presso la galleria Tulips & Roses di Vilnius, in Lituania (2009).
Adam Avikainen è nato nel 1978 in Minnesota e vive tra gli Stati Uniti e il Giappone. Ha studiato cinema all’ University of Southern California di Los Angeles, arte alla Kuvataideakatemia di Helsinki e presso De Ateliers ad Amsterdam. Nel 2006 ha presentato Loyly Ikebana da Monitor, nel 2008 SARAKURA alla Galerie Martin van Zomeren di Amsterdam e ha esposto al CCA Kitakyushu in Giappone. Quest’anno il suo lavoro e’ esposto nella collettiva Animism alla Kunsthalle di Berna.
Maria Loboda, nata a Cracovia nel 1979, vive e lavora a Berlino, dopo aver studiato alla Städelschule di Francoforte. Nel 2008 ha partecipato a La gran transformacion – Arte y magia tactica al MARCO di Vigo ed al Kunstverein di Francoforte. Nel 2009 ha presentato la personale Conversational Style alla Galerie Schleicher + Lange di Parigi e ha una mostra in corso presso il Kunstverein di Biedefelder in Germania.
Luca Lo Pinto contribuisce alla mostra con l’intervento sonoro “C’era una volta a Roma”.