Il museo Madre ospita dall’8 luglio al 13 settembre la mostra collettiva Il Ventre di Napoli, progetto nato e sviluppatosi in due anni di intenso lavoro tra le città di Rotterdam e Napoli, finanziato dalla Netherlands Foundation for Visual Arts, Design and Architecture, da l’Assessorato alla Cultura della città di Rotterdam e dal Centro delle Arti Visuali di Rotterdam. Interpretare la città. Cercare di comprenderne i motivi profondi, le peculiarità, i pregi e i difetti. Studiarla, entrando in contatto con tutti gli aspetti che la caratterizzano, al di là dei luoghi comuni.
Viverla in maniera totale, quasi fosse un organismo vivente.Poi,allontanarsene e raccogliere i dati accumulati per sintetizzare la propria esperienza in una chiave di lettura personale che aiuti a svelarne l’essenza nascosta. E’ questa la sfida che hanno affrontato i partecipanti al progetto Il Ventre di Napoli, curato da Patricia Pulles con 9 artisti di base a Rotterdam, che concluderanno il proprio percorso con una mostra che si terrà dall’8 luglio al 13 settembre al museo Madre, da sempre attento e disponibile ad offrirsi come punto di incontro tra il proprio territorio e la realtà artistica internazionale. Maziar Afrassiabi, Mohammed Benzakour, Rossella Biscotti, Libia Castro & Olafur Olafsson, Ronald Cornelissen, Ben Laloua/Didier Pascal, Parisa Yousef Doust e Katarina Zdjelar, prendono in prestito il titolo del più importante libro di Matilde Serao, Il Ventre di Napoli, tenace difesa dell’unicità sociale e culturale del popolo napoletano, per chiedersi che significato ha oggi la ‘napoletanità in una società multiculturale come quella partenopea.
Lo fanno con dei lavori che oltre a registrare la loro percezione dello stato urbano, sociale e storico della città, si confrontano con un’altra comunità, quella di Rotterdam, anch’essa al tempo stesso vittima e beneficiaria di un grande senso di appartenenza e di una forte identità. L’ intento, a ogni modo, non è quello di enfatizzare differenze o similitudini tra le due città, quanto quello di presentarle come due esempi di realtà multiculturali o, meglio ancora, due modelli di comunità urbane in dialogo tra loro. Un confronto creativo che mette in discussione la percezione del nostro spazio urbano e ci aiuta a vivere la realtà contemporanea in una maniera nuova e più stimolante.