Esiste un vero e proprio mercato della video arte? La domanda a cui si è tentato di rispondere ad un recente talk dal titolo Videoarte e Mercato, Come Orientarsi? moderato dalla scrivente durante il Festarte Videoart Festival ha fornito valide risposte ma ha anche creato ulteriori interrogativi che non possono di certo essere dipanati in un unico appuntamento.
Si sono fatti esempi di aste e vendite stratosferiche per opere di artisti del calibro di Bill Viola, Pipilotti Rist e Shaun Gladwell ma per quanto riguarda il mainstream va fatto un discorso ben più articolato. Vi sono infatti artisti che rendono pubbliche le loro opere pubblicandole su piattaforme come Youtube, altri che scelgono di venderle a tirature altissime tramite i distributors e renderle così fruibili a tutti come se si trattasse di comuni films in dvd. Vi sono invece altri artisti che puntano sulla limitatezza dei master per far alzare le quotazioni ed altri che studiano appositi packaging limited edition per rafforzare il concetto di unicità, in tal caso il cofanetto a corredo diviene un’opera nell’opera. Altro grande interrogativo è rappresentato dai supporti, in rapida evoluzione come l’intera tecnica del resto. Se oggi la maggior parte delle opere video gira su dvd, tra l’altro facilmente deperibili se non prodotti in maniera corretta, il prossimo futuro potrebbe appartenere alle memorie, al non-supporto insomma. Ma come ben sapete esiste una moltitudine di diversi formati come il mini-dv, il betamax, la pellicola e così via, difficile quindi imporre uno standard per i collezionisti e forse non è neanche giusto uniformare una tecnica in continuo movimento.
Ed allora vi chiederete voi, in tutto questo discorso come facciamo noi che siamo video artisti a sapere quanto vale una nostra opera e se essa potrà essere appetibile per il mercato? La risposta è valida anche per tutte le altre tecniche artistiche: solo creatività, costanza, freschezza ed un buon curriculum di mostre alle spalle (su cui i collezionisti possano attingere la dovuta fiducia) possono portare al successo di mercato e ad una stima certa di una data opera. Molto spesso i puristi della video arte si muovono verso altre tecniche entro i primi cinque anni di attività, questo perché sentono il bisogno di creare un oggetto fisico facilmente acquistabile e collezionabile.
Eppure con tutti i suoi misteri ed i suoi meccanismi oscuri la video arte è una delle tecniche più affascinanti della scena contemporanea e la sua fruibilità dovrebbe essere aperta a tutti, proprio come ad una mostra si ha la libera possibilità di ammirare un dipinto, un’installazione e quanto altro.