La Triennale di Bovisa ha inaugurato l’11maggio il progetto Atelier Bovisa, il cui primo appuntamento e’ dedicato a Enzo Cucchi, artista di fama internazionale, esponente della Transavanguardia, movimento teorizzato da Achille Bonito Oliva nel 1979.
Con Atelier Bovisa la Triennale si trasforma in un laboratorio vivo dove il visitatore ha la possibilità di attingere direttamente al lavoro e alle parole dell’artista in un confronto dialettico aperto. Il “fare” e’ messo al centro della mostra: le opere e una serie di incontri-workshop organizzati all’interno degli spazi espositivi faranno conoscere i processi creativi dell’artista per rivelarne aspetti inediti, fornendo nuove modalità di lettura del suo lavoro.
Ma non solo: gli incontri permetteranno di creare momenti di scambio e confronto creativo fra le discipline, mettendo in contatto l’artista con pubblici disparati ed interlocutori eterogenei.
In mostra sono esposte 12 opere di grandi dimensioni, oltre a documenti fotografici e video che contribuiscono a ricreare l’atmosfera dell’atelier dell’artista.
Nelle sue opere pittoriche Cucchi aggrega forme e materiali eterogenei. Simboli disparati, di matrice classica o onirica, sono ricorrenti, si sovrappongono ed entrano in dialogo col colore, a tratti violento, a tratti appena accennato.
Il disegno e’ contaminato con diversi materiali: rete metallica, gomma pigmentata, telaio di ferro. Una peculiarità di Cucchi e’ proprio la sperimentazione delle tecniche artistiche, che lo portano a spaziare dalla pittura alla ceramica, al mosaico, al bronzo.
L’opera di Cucchi e’ stata definita da Achille Bonito Oliva, curatore della mostra, come una “felice sintesi tra la scorrevolezza di segno di Licini e l’addensamento figurativo di Scipione con inciampi in altre materie”.
Considerato l’artista piu’ visionario tra gli esponenti della Transavanguardia, Enzo Cucchi diviene, a partire dagli anni Ottanta, artista di fama internazionale. Già dalla fine degli anni Settanta l’artista, trasferitosi a Roma e abbandonata momentaneamente la poesia per dedicarsi quasi esclusivamente alle arti visive, entra in contatto con gli artisti Francesco Clemente e Sandro Chia, con i quali instaurerà uno scambio dialettico ed intellettuale.