Parallelamente al ciclone prodotto da Ai Weiwei, che in questi giorni sta lottando con ogni mezzo per far conoscere al mondo intero la situazione in cui versa l’arte e la società cinese, vorremmo parlarvi della storia di un altro artista cinese duramente impegnato nella lotta per la libertà di espressione. Il suo nome è Wu Yuren ma nel suo paese tutti lo chiamano il “piccolo Ai“, questo perchè i suoi ideali e le sue coraggiose sfide al governo nazionale lo rendono sono molto vicino al ben più celebre connazionale.
Yuaren dovrà essere processato il prossimo 17 novembre, l’artista è infatti accusato di aver scatenato, nel corso della passata estate, una rivolta nel distretto artistico di Pechino denominato 008. Tutto questo perchè le autorità cittadine avevano deciso di radere al suolo il distretto. Già dall’inizio del gennaio scorso il governo cinese ha iniziato a distruggere sistematicamente gli studi degli artisti con soli tre giorni di preavviso e dopo aver interrotto i servizi di corrente elettrica e acqua potabile. Questo perchè lo stato ha intenzione di vendere alcuni appezzamenti di terra a grandi investitori e se la terra non è libera nessuno è pronto a sborsare soldi. Anche in quell’occasione, dove i bulldozer hanno raso al suolo un distretto d’arte nei dintorni di Pechino, Yuren si è fattivamente schierato dalla parte degli artisti. L’artista ha raccontato al New Yorker che durante la resistenza nel distretto 008 un suo amico è stato duramente malmenato dalla polizia.
Yuren si è quindi offerto di accompagnare l’amico alla questura più vicina per denunciare le percosse. Per tutta risposta la polizia ha arrestato Yuren e lo ha condotto in una sala dove è stato duramente malmenato da 5 poliziotti. Gli uomini lo hanno bendato per non farsi riconoscere. Insomma il 17 novembre Wu Yuren sarà processato, noi chiediamo giustizia e libertà di espressione per lui e per tutti gli artisti cinesi.