Nell’ambito Florens 2010, settimana (13 – 20 novembre) internazionale dei Beni Culturali ed Ambientali, nel ciclo Close up, che prosegue ormai da qualche anno alla Galleria Il Ponte il 13 novembre vengono presentati gli Scatti ritrovati di Claudio Abate per Gino De Dominicis. “Avevamo già dedicato un’ampia retrospettiva nel 2008 a Claudio Abate, ma all’interno di Close up vengono presentate alcune immagini che, attraverso il suo sguardo, ci rivelano la personalità, l’estro creativo, la soggettività e il lavoro artistico di Gino De Domincis. Un percorso composto di testimonianze, molte delle quali inedite, per ricordare e rendere omaggio all’uomo, all’artista, all’amico De Dominicis, il quale – ad un certo punto della sua vita – volle distruggere tutte le fotografie che ritraevano lui e le sue opere: un modo per ribadire la sua poetica che metteva al centro l’opera d’arte unica e irriproducibile in una sorta di “carpe diem” artistico.
Questi “scatti ritrovati” ci appaiono come resti archeologici, rarità straordinarie di opere d’arte che sono durate spesso qualche giorno, o addirittura solo poche ore. E’ questo il caso di Lo Zodiaco (1970) o delle forme geometriche disegnate sul pavimento della Galleria L’Attico a Roma. Si tratta di immagini talmente uniche, che hanno assunto un valore parallelo all’opera che documentano, diventando loro stesse opere d’arte.
Oggi Abate costruisce un viaggio nella concezione espressiva di De Dominicis contestatore e iconoclasta, criticato e amatissimo; si rileggono cosi’ molte opere perdute senza dimenticare l’environment in cui visse e opero’.
Claudio Abate e’ nato nel 1943 a Roma, dove tuttora vive e lavora. La sua attività di fotografo inizia in età adolescenziale già nel 1955. Partecipa attivamente al clima artistico degli anni Sessanta, testimoniando come fotografo-lettore l’arte contemporanea d’avanguardia. Dopo questi “anni caldi”, sperimenta un linguaggio proprio, sviluppando i Contatti con la superficie sensibile: opere in bianco e nero realizzate attraverso il contatto diretto sulla carta fotografica, presentate agli “Incontri internazionali d’Arte” a Palazzo Taverna di Roma nel 1972. Negli anni Ottanta inizia un sodalizio con “La nuova scuola romana”, istaurando un rapporto stretto con i cosiddetti “Neue Wilden” e diventando il fotografo per elezione di M. Lupertz e A.R. Penk. Nel 1989 presenta le sue opere nelle personali Daguerre-mania presso il Centro Culturale Musoni; seguono Joseph Beuys – Claudio Abate allo studio Bocchi di Roma nel 1991 e la partecipazione alla XVL Biennale di Venezia nel 1993 con Punti Cardinali dell’Arte. Nel 2001 la prima grande retrospettiva in Villa Medici a Roma, alla quale segue un’altra nel 2007 al MART di Rovereto. L’ultima sua grande esposizione, Claudio Abate. Photograhe. Installation & Performance Art, a Bordeaux, risale al dicembre 2009. Oltre a essere un documento prezioso, le sue fotografie sono spesso l’unica testimonianza di eventi dei quali non avremmo ricordo. Abate crea la memoria di passaggi e momenti storici dell’arte contemporanea, attraverso un occhio attento e sensibile, consapevole di ritrarre con sapienza e poesia visioni e creazioni che segnano un’epoca.