L’estrosità di Paola Pivi sembra non aver mai fine. Dopo i pesci rossi in aereo e gli asini alla deriva, l’artista ha deciso di occupare lo spazio esterno antistante il Tate Modern il prossimo 25 maggio in occasione di una performance senza precedenti.
L’artista italiana ma residente in Alaska ha già trovato 700 persone per una bizzarra performance intitolata 1000 che prevede appunto l’impiego di 1000 volontari. Una parte dei partecipanti, a quanto afferma il Sunday Times di Londra, dovrà urlare all’unisono e a squarciagola in forma di protesta contro la dominazione cinese del Tibet. Sempre per la suddetta causa i restanti volontari dovranno invece abbandonarsi a ciò che più li ispira, movimenti in libertà compresi. Sempre il Sunday Times afferma che la forma di protesta è un tantino ermetica ma c’è da dire che l’artista italiana da sempre propone lavori giocosi ed irriverenti proprio per stimolare una reazione nello spettatore.
Il Famoso critico d’arte Germano Celant descrisse infatti il lavoro di Paola Pivi come: “una pratica artistica che diverte e riorganizza le preesistenti relazioni tra il mondo e gli oggetti ponendo i due elementi in un nuovo stato di innaturale coesistenza che si basa su meccanismi di pensiero in bilico tra magia ed enigma”.
L’artista dal canto suo ha precisato inoltre che il suo lavoro non disturberà il pubblico che sarà presente al Tate Modern per assistere al UBS Openings: The Long Weekend manifestazione che fra l’altro annovera anche 1000 tra gli eventi in programma. “Mi piaceva l’idea di tutte queste persone riunite in un evento unico del tutto spontaneo” ha così commentato Paola Pivi.
L’artista milanese è del resto abituata a creare arte utilizzando masse di gente comune. Una delle sue più famose e controverse performance che ha suscitato enorme clamore è Cento cinesi del 1998 in cui cento cinesi hanno posato uno accanto all’altro formando un quadrato nella galleria milanese di Massimo De Carlo.
Photo Copyright: Paola Pivi © designboom