Internet è un grande strumento di lavoro, informazione, svago e via dicendo. Per quanto riguarda l’arte contemporanea, l’avvento della rete ha portato significativi cambiamenti. Si possono leggere blog come questo e tenersi aggiornati sugli eventi di tutto il mondo, si possono ammirare siti d’artista ed osservare una miriade di opere, ci si può confrontare a distanza, inviare inviti e attuare vere e proprie campagne pubblicitarie su un dato evento, si possono creare opere di net-art. Inoltre con il varo della VIP art fair è attualmente possibile visitare una fiera d’arte contemporanea senza muoversi da casa.
Insomma Internet ha rivoluzionato un intero sistema, aprendolo a nuove ed infinite possibilità di comunicazione. Eppure prima dell’avvento di Internet la scena dell’arte contemporanea era comunque florida e pulsante. Oggi si può controllare il curriculum di artisti e curatori, osservare a quanti e quali eventi hanno partecipato ed in taluni casi, leggere le considerazioni su un dato evento. Questo è sicuramente un aiuto per la comunità artistica e per gli addetti al settore ma il rischio, a volte, è quello di giungere ad affrettate conclusioni. Mi spiego meglio, molti artisti e molti curatori hanno iniziato le loro carriere ben prima dell’avvento di internet e molto spesso sulla rete non v’è traccia alcuna del loro lavoro. Prima della metà degli anni ’90 numerose figure hanno scritto importanti pagine della storia dell’arte nostrana ma è chiaro che per molti utenti l’assenza di tali e tanti nomi su internet equivale ad una “non esistenza“.
Un ulteriore problema è rappresentato da opere e mostre che vengono valutate solo in base a fotografie e scritti che circolano in rete. Molti concorsi d’arte in Italia attuano le loro selezioni basandosi unicamente su opere pubblicate in rete. Questa sorta di valutazione a distanza potrebbe instaurare un pericoloso meccanismo di costante fruizione “per sentito dire” che rischia di far perdere a tutti la misura delle cose. La rete rimane un grande strumento ma come molte altre fonti di informazione deve essere usata con coscienza e soprattutto coadiuvata da un’esperienza in prima persona, sempre.
Micol Di Veroli