A Nam June Paik (Seoul 1932-Miami 2006), figura chiave non solo di Fluxus ma di tutta l’arte contemporanea, è dedicata la quarta mostra della Fluxus Biennial. Conosciuto come il padre della video-arte è stato un pioniere nell’elaborazione elettronica delle immagini, influenzando la ricerca artistica fino ad oggi. La mostra, allestita in AuditoriumArte a Roma, si inaugurerà il 28 gennaio e resterà aperta al pubblico fino al 13 marzo 2011.
Le due opere principali esposte sono le videoinstallazioni “Homage to Pythagoras” e “Cage in Cage”, la prima un tributo a uno dei padri della razionalità occidentale, la seconda un omaggio all’amico John Cage, genio musicale e sponda di un serrato dialogo culturale tra Oriente e Occidente. Così è Nam June Paik, artista ponte tra misticismo orientale e concretezza occidentale, uno sciamano del video che ha saputo trasformare i simboli della cultura orientale in paradigmi di un mondo lontano oggi riempito dalla una cultura di massa che tende ad omogenizzare le differenze. Dopo l’inaugurazione della mostra alle ore 21 in Teatro Studio, si terrà la performance live di Martux_m e i Metamkine. La serata è uno degli eventi di Afterfluxus, il ciclo di performance e spettacoli organizzati in occasione delle mostre fluxus.
Nam June Paik (Seoul, 1932-Miami 2006) fu il primo artista a riconoscere pienamente le potenzialità dei media elettronici e della loro influenza sulla cultura e sull’economia e a far proprio il loro linguaggio tecnologico come espressione artistica. Dopo aver compiuto studi di estetica, storia dell’arte e musica all’Università di Tokio, si stabilì per alcuni anni in Germania, dove nel 1958 conobbe John Cage, David Tudor, Gorge Maciunas, Joseph Beuys ed entrò subito a far parte di Fluxus: le prime esperienze di video arte si svilupparono all’interno di questo movimento artistico al confine tra integrazione e disgregazione, impegnato a togliere importanza all’oggetto artistico per darla invece alle situazioni, allo spettacolo. Dal 1960 in poi Nam June Paik si spostò freneticamente tra New York e Berlino, Parigi e Londra, vivendo in prima persona il concetto di mobilità come stimolo alla vita.
Paik divenne famoso in tutto il mondo come il primo video-artista della storia dell’arte. Suo è il primo esperimento di televisione affidata ad artisti via satellite che trasmetteva programmi d’arte contemporaneamente in Corea, Giappone, Francia, Germania, Inghilterra, Stati Uniti, rendendo così evidente l’intento di fondere e scambiare in diretta numerose lingue e altrettante culture artistiche e sociali profondamente diverse e distanti tra loro.
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