Per il nostro paese, che sembra avere un rapporto difficile con la memoria storica, ancora un’occasione di riflessione. Il 25 gennai si è inaugurata a Roma, presso la Ermanno Tedeschi Gallery di Roma, la mostra Per non dimenticare. Le forme culturali della memoria nella rappresentazione della shoà, a cura di Giorgia Calò.
L’intento della mostra dal respiro internazionale, è di tracciare attraverso l’esperienza di 14 artisti un percorso della memoria che riproponga forme e contenuti inserendoli nel contesto più ampio dell’elaborazione per ciò che è stato. Tra gli artisti spiccano Menashe Kadishman, che ripropone un’istallazione del 1999 intitolata Shalechet. Fallen Leaves precedentemente presentata al Museo della Shoà di Berlino. L’opera interamente realizzata in ferro, appare come un’insieme di volti deformati dall’orrore ma che al tempo stesso di fondono, perdono identità. Sempre sul difficile rapporto con l’identità si basa l’opera di Georges de Canino Il ritratto di Ida, in cui la donna appare identificabile solo attraverso la consueta sequenza numerica assegnata ad ogni prigioniero. A riprendere le simbologie della shoà sono anche David Reimondo con la sua opera realizzata con pane azimo ed Elia Sabato. Non mancano inoltre i riferimenti ai grandi protagonisti dell’olocausto come la piccola Anna Frank ritratta da Barbara Nahmad o le impressionanti fotografie di Bruna Biamino e Vardi Kahana.
Fortemente suggestive anche le installazioni di Graziano Russo, Ivan Barlafante e Maurizio Savini. Quest’ultimo con la sua Scatola della Memoria riproduce, con la sua tecnica consueta, un filo spinato con la gomma da masticare Big Babol. Tobià Ravà si rifà alla geometria e alla kabbala per proporre un immaginario paesaggistico che richiama probabilmente le aree che circondavano i campi di concentramento. Luigi Mulas Debois presenta un’opera molto interessante Only My Bag in cui il concetto di identità ebraica viene attualizzato. L’artista realizza una borsa a forma di stella di David e documenta in un video il processo di realizzazione e l’utilizzo della borsa quindi l’inserzione di tale simbolo nel contesto sociale. Infine particolarmente degni di rilievo risultano i lavori di due giovani artisti italiani Giuliano Pastori e Valerio Berruti.
La memoria viene dunque presentata come concetto complesso, assolutamente attuale. Un processo di elaborazione che non deve e non può fermarsi a ciò che c’è di esplicitamente manifesto ma che deve riflettersi nel quotidiano cercando di individuare cause e meccanismi affinché certi avvenimenti non restino che un brutto ricordo.