La città di Bristol ha deciso di catalizzare l’attenzione dei media e diventare capitale della street art internazionale. Dopo il grande successo della mostra di Banksy al Bristol Museum che negli ultimi giorni ha visto lunghe code di ammiratori assiepati davanti all’entrata principale, le autorità cittadine balzano nuovamente agli onori della cronaca grazie ad una decisione inedita ed innovativa ma andiamo per gradi.
Nel 2005 Banksy si appropriò del muro di un edificio pubblico, disegnando un murale raffigurante un uomo nudo appeso alla finestra in fuga dal compagno della sua amante. Il consiglio comunale decise quindi di indire un grande sondaggio aperto a tutti i cittadini chiedendogli di decidere sulla rimozione o sulla conservazione dell’opera. A sorpresa il 93% dei votanti decise di non far rimuovere il murale. Adesso le autorità cittadine hanno nuovamente bisogno del loro popolo per un nuovo sondaggio, questa volta Bristol dovrà decidere quali murales, tag e graffiti sono giudicabili come opere d’arte da conservare e quali sono invece considerabili come inutili scarabocchi da eliminare. Gary Hopkins, membro del gabinetto per l’ambiente e la sicurezza pubblica ha così commentato l’importante iniziativa: “Bristol ha deciso di promuovere e supportare l’arte pubblica. Per far ciò abbiamo chiesto alla nostra gente di aiutarci a sapere cosa è di loro gradimento, in sostanza scegliere quegli esempi di street art che la comunità riconosce come opere d’arte”.
Tale decisione è stata presa anche a causa di una gaffe delle autorità le quali avevano permesso nel 2007 la rimozione di un’opera di Banksy del valore di quasi 200.000 euro. L’iniziativa sembra essere una valida alternativa per spegnere le sempreverdi polemiche legate alla street art.
Non è la prima volta infatti che l’opinione pubblica e la critica si interrogano sul confine tra arte e vandalismo. La decisione di far scegliere al popolo potrebbe rivelarsi una valida proposta per porre fine ad una lunga quanto inconcludente diatriba.
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